Un disteso e coloratissimo pop metafisico accoglie gli ospiti de Il Margutta RistorArte di Roma. Elementi classici si vestono di esotismo in un elegante surrealismo che fa dichiaratamente il verso alla Pop Art. L’indagine estetica tradotta in arte è nella mostra Fashion & Chips di Giampaolo Atzeni rivolta prevalentemente agli stili differenti della moda e dell’interior design. Maestri di riferimento Klee, Kandinski, Matisse.
Il figurativo di Atzeni ha origine nello studio del puro colore e delle forme astratte. Sono le campiture compatte, spalmate uniformemente sia sugli sfondi sia sugli elementi in primo piano, che fanno da prime protagoniste. Colori uniformi che catturano e distendono lo sguardo ancor prima delle forme rassicuranti e giocosamente enigmatiche di un ambiente ordinato e familiarmente esotico, che stranamente mette il visitatore a proprio agio. E familiari, anzi fashion, sono i cicli pittorici su cui Atzeni ama intrattenersi. Poltrone labbra che accolgono lo strascico di un abito pitonesco poco coprente di una signora dalla testa corona ne Il Bacio. Poi borse, compassi, forbici, scarpe, formano nell’insieme una geografia varigata dell’accessorio, oggetto spesso parzialmente antropomorfo. Sono quadri, questi, pregni di simbologie decorative da leggere come un rebus. Atzeni è sempre in viaggio e gli elementi che caratterizzano gli scenari architettonici o paesaggistici delle sue opere, sono oggetti che abitano indifferentemente dentro e fuori. Cupole che fanno da soprammobili – come ne La grande abbuffata, omaggio al film cult di Marco Ferreri – o navi che approdano su mari avventurosi ma casalinghi di tappeti prolifici di pesci – come ne Il viaggio di Ulisse. È una pittura che ambisce a sconfinare oltre lo spazio circoscritto delle tele che per la maggior parte non vogliono essere chiuse da cornice. Atzeni offre un ruolo di primo piano ai propri amuleti dell’immaginario. Il pesce, ad esempio, è un simbolo onnipresente. Le opere di Atzeni resteranno al Margutta RistorArte di Roma fino al 17 febbraio