CASERTA – “Pochi hanno compreso, a Caserta e dintorni, che il Cementificio Moccia di San Clemente è stato messo nella condizione di non operare, ovvero sospeso nelle sue attività per conclamato inquinamento”. È quanto ha affermato Pasquale Costagliola, Presidente dell’Associazione ambientalista “Terra Nostra”.
“Causa emissioni di sostanze nocive prodotte con pericolosa continuità e sforamenti dei limiti previsti per legge” – ha aggiunto l’ambientalista, da sempre in prima linea nel combattere le mille situazioni di degrado ambientale che attanagliano la nostra provincia – “l’ARPAC ha sanzionato (pour cause, necessitata dalle circostanze e da pressanti denunce dei cittadini) il blocco dell’attività produttiva dello stabilimento per due mesi. Se qualcuno riuscisse a controllare (opera improba vista la oscurità dei dati) i monitoraggi ambientali avrebbe la nozione del grave rischio della salute che i casertani hanno corso e corrono tuttora a causa delle sgangherate ciminiere dell’opificio di San Clemente. Infatti, la struttura produttiva che ha eroso gran parte delle colline casertane” – ha aggiunto Costagliola – “è oramai al collasso e non ha certo intenzione di investire in ristrutturazione. Tuttavia malgrado il fermo momentaneo degli impianti, la Moccia scalpita per riattizzare il fuoco nei camini e riprendere il ciclo di attività e distribuzione del cemento. Vagliando i report ambientali sull’atmosfera di Caserta si capisce che abbiamo una micidiale bomba ecologica pronta ad esplodere, un nostrano caso ILVA (senza peraltro le implicazioni sociali ed occupazionali di Taranto, visto che a Caserta oramai i lavoratori sono oramai tutti in mobilità o pre-licenziamento). Cosa faranno le autorità amministrative e giudiziarie, ma anche gli stessi ambientalisti” – ha proseguito – “così intenti a prodursi in convegni di grande respiro intellettuale? La questione inquinamento è in parte concentrata su questo tema cruciale e ad esso si riconnette la mancata attivazione delle centraline di rilevamento. Impianti acquistati dal comune di Caserta per cifre ragguardevoli” – ha, infine, concluso Costagliola – “che hanno determinato persino un processo e condanna per irregolarità. Spese importanti che non hanno fruttato alcun vantaggio per la comunità causa l’ignavia amministrativa”.
Nunzio De Pinto