Ancora quarantott’ore: poi finalmente si conoscera’ la sorte dell’inchiesta sugli ottocentomila euro dati da Silvio Berlusconi a Gianpaolo Tarantini per il tramite di Valter Lavitola, che ne ha trattenuti una buona parte. Luned, infatti, il Tribunale del Riesame decidera’ qual e’ la procura competente a occuparsi della vicenda.

Ed, eventualmente, se il premier non deve essere piu’ considerato parte offesa, ma deve essere iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorita’ giudiziaria. Si protrae (e si complica) ulteriormente una vicenda che nei giorni scorsi sembrava definita: martedi’ scorso, infatti, il gip Amelia Primavera aveva stabilito la competenza della procura di Roma, dal momento che proprio nella capitale erano state consegnate le somme di denaro per Tarantini. La prima mossa dei pm per mantenere il fascicolo era stata un’istanza allo stesso gip perche’ revocasse la sua ordinanza. Incassato giovedi’ il nuovo ”no”, la procura non si e’ arresa e al Riesame ha rivendicato la propria competenza a indagare, proponendo la nuova ipotesi: ritenere il presidente del Consiglio responsabile di aver indotto Tarantini a mentire in cambio di denaro. Sulla decisione dei giudici (a pronunciarsi sara’ l’ottava sezione del Riesame, collegio F) e’ impossibile azzardare previsioni. Potrebbe essere confermata la linea del gip Primavera, e in quel caso sarebbero i pm romani, che hanno gia’ ricevuto gli atti e provveduto a iscrivere nel registro degli indagati Tarantini e Lavitola, a occuparsi della vicenda. Potrebbe essere accolta la tesi dei pm Curcio, Piscitelli e Woodcock, e dunque la competenza a portare avanti le indagini resterebbe a Napoli, forse con Berlusconi indagato. Ma i giudici potrebbero anche ritenere che gli atti debbano essere trasmessi a una terza procura: per esempio Lecce, i cui pm indagano sui presunti ritardi dei colleghi baresi nell’inchiesta delle escort, o Monza, nel cui territorio c’e’ Arcore, luogo di residenza del premier. Il Riesame, comunque, dovra’ decidere anche sulla liberta’ di Tarantini e Lavitola, il primo detenuto a Poggioreale dal primo settembre, il secondo latitante, presumibilmente a Panama. L’imprenditore, difeso dagli avvocati Alessandro Diddi ed Ivan Filippelli, ha buone possibilita’ di ottenere gli arresti domiciliari: nel corso degli interrogatori, infatti, ha fatto ammissioni che hanno indotto i pm a dare parere positivo all’attenuazione della misura cautelare. Diverso il discorso per Valter Lavitola, assistito dall’avvocato Gaetano Balice: la sua latitanza probabilmente sara’ molto lunga.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui