SOLOFRA – L’associazione T.e S.I. (Tutela e Sviluppo Integrato) plaude alla decisione voluta all’unanimità dal consesso civico di Solofra di approvare l’ammissibilità delle modifiche di destinazione d’uso in atto nell’area Asi. Così si legge in una nota: “Con tale delibera, d’ora in avanti, sarà possibile – previo passaggio in Consiglio comunale – richiedere la diversificazione delle attività in deroga agli attuali strumenti urbanistici, fermo restando il rispetto degli standard urbanistici, delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia.
In parole povere, sarà possibile – finalmente – poter avviare anche altre attività diverse dalla concia ma sempre produttive di reddito all’interno dell’area industriale di Solofra che da oggi dovrà definirsi area imprenditoriale e che, per logistica e infrastrutture, è oggi più che mai un punto di riferimento per l’asse commerciale Tirreno-Adriatico.
Toccherà adesso definire le linee guida che regolamentino i singoli casi di specie utili alla rigenerazione urbana per l’applicazione di una corretta e adeguata diversificazione, onde evitare che si crei un caos urbanistico. Nel contempo si precisa che la Legge 106/2011 è uno strumento concepito non solo per riqualificare aree urbane degradate, che non corrispondono sic et simpliciter ai centri urbani, ma anche e sopratutto per razionalizzare il patrimonio edilizio esistente, rendendolo piu adatto alle attuali esigenze.
Così come ribadito anche dall’assessore Agata Tarantino, ai portatori di interesse ovvero agli imprenditori solofrani spetterà, invece, il compito di realizzare concretamente quanto deliberato nell’ultimo Consiglio comunale.
In questa direzione, i tecnici di TeSI – al lavoro sin dal novembre del 2011 sulla questione dei cambi di destinazione d’uso previsti dalla Legge Sviluppo – si dicono sin da subito, come pure già annunciato nel corso del convegno del primo febbraio “Ripensare il piano Asi, è pubblico interesse!”, a supportare tutte le decisioni che disciplineranno i cambi di destinazione d’uso e i futuri frazionamenti”, conclude la nota.