Agli investigatori della questura di Lucca sembrava di seguire la classica indagine su una rete di spaccio, poi invece durante una perquisizione in un locale ‘alla moda’ della citta’ si sono imbattuti in uno speciale nascondiglio per la cocaina: una teca con mezzo etto di stupefacente presidiato da un boa e un pitone.
La vicenda in se’ ha portato all’arresto per spaccio di tre persone, un bidello di una scuola e due marocchini, ma evidenzia un metodo usato dai criminali: far proteggere covi, nascondigli e abitazioni da bestie feroci. Metodi stravaganti, ma efficaci, e forse ispirati anche dal cinema: nel film ‘Uomini e cobra’ dopo una rapina, Paris Pitman, interpretato di Kirk Douglas, elimina i complici e nasconde la refurtiva in una fossa piena di serpenti a sonagli. Casi analoghi sono emersi nel tempo in varie parti d’Italia. L’estate scorsa ci fu la vicenda del toro da monta tenuto presso una coltivazione di piante di marijuana in provincia di Siena per dissuadere eventuali disturbatori, mentre circa un anno fa un giovane caimano, di neppure un metro, ormai malnutrito e disidratato, fu trovato nella casa romana di un pregiudicato a far da guardia, anche qui, a droga, nel fatto specifico hashish e marijuana. Ma nascondeva la droga in grandi terrari con pitoni, tarantole e scorpioni velenosi anche il componente di una banda, scoperta nel luglio 2011, grazie ad un’indagine dei carabinieri di Ostia. In Liguria invece, tempo fa, un 22/enne di Santo Stefano Magra allesti’ un piccolo zoo a guardia di due etti di hashish: un pitone, un cane, un gatto e un coniglio. Una scelta, quella del pitone, piuttosto inflazionata.
A Caserta, due anni fa, era stato utilizzato un pitone per custodire una base logistica dello spaccio di droga ed un altro era stato scoperto a proteggere due etti di cocaina. Un boss della camorra, sempre nel Casertano, aveva invece sistemato sul terrazzo di casa un coccodrillo di un metro e 70 con 40 chili di peso: era li’, all’occorrenza, per spaventare chi non voleva pagare il ‘pizzo’. Sempre i depositi di droga, per lo piu’, vengono affidati alla ‘vigilanza’ di animali pericolosi: nel 2008 a Roma i carabinieri faticarono per neutralizzare quattro pitbull e un centinaio di serpenti a protezione di 10 chili di hashish e un centinaio di dosi di cocaina in una villa all’Eur. Se poi il carico di stupefacenti viene tenuto in un acquario, allora entrano in azione i famelici pesci piranha. E se c’e’ bisogno di un trafficante insospettabile succede come in Tunisia, dove la polizia nel 2012 si e’ accorta che i carichi di droga venivano ‘affidati’ ad un dromedario capace di seguire per chilometri la stessa pista nel deserto e oltrepassare i controlli. Le cronache tuttavia registrano le clamorose stravaganze dei boss della camorra: negli anni ’90 Raffaele Brancaccio teneva in giardino Simba, un leone di tre anni e mezzo che pesava 160 chili, mentre Vincenzo Mazzarella aveva in casa un leopardo.