Finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno notificato ai fratelli Simone e Marco Fazi, due imprenditori capitolini, amministratori di fatto della societa’ di trasporti ‘H.t.s. dei fratelli Fazi Carlo & c.s.n.c.’, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Roma Flavia Costantini, con l’accusa di bancarotta documentale e patrimoniale.

Le indagini del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, coordinate dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto procuratore Giancarlo Cirielli, sono state avviate a seguito del fallimento, dichiarato dal Tribunale di Roma il 29 marzo 2012, della societa’ operante nel settore dell’autotrasporto per conto proprio e per conto terzi. Gli accertamenti, spiega la Guardia di Finanza, hanno consentito alle Fiamme Gialle di far emergere “le gravi responsabilita’ dei due fratelli imprenditori, i quali hanno proseguito l’attivita’ del padre Carlo (attualmente detenuto in carcere per altri motivi), con l’utilizzo strumentale di un prestanome, cui erano stati demandati solo compiti di ordinaria amministrazione”. I due fratelli, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbero quindi determinato il dissesto della societa’, attraverso la distrazione di tutto il patrimonio , costituito da oltre trenta automezzi pesanti (tir, rimorchi e furgoni), per un totale di circa tre milioni di euro. Inoltre, al fine di impedire la ricostruzione del patrimonio e del giro d’affari della societa’, procurandosi un ingiusto profitto ai danni dei creditori, non avrebbero consegnato al curatore fallimentare le scritture contabili obbligatorie della societa’, parte della quale e’ stata comunque ritrovata e sequestrata dai finanzieri nel corso delle perquisizioni domiciliari. Nel corso delle numerose perquisizioni eseguite, sono stati recuperati anche sei dei trenta automezzi distratti dalla fallita, rinvenuti presso un’altra impresa operante nello stesso settore commerciale, la Mds Group S.r.l. Unipersonale, amministrata sempre da Fazi Simone e dalla sorella. Le indagini vedono coinvolte altre tre persone, allo stato indagati a piede libero.

 

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