NAPOLI – I carabinieri di Caserta, su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno perquisito le abitazioni di due cancellieri della Corte d’Appello di Napoli che, dietro compenso, fissavano e spostavano udienze agli avvocati e fornivano loro informazioni coperte da segreto.

I due cancellieri, residenti a Napoli e Salerno, avevano redatto un vero e proprio tariffario: sono accusati di corruzione, violazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere.

Le perquisizioni sono state disposte nell’ambito delle risultanze investigative scaturite dall’arresto dell’avvocato Carmine D’Aniello, ritenuto fiancheggiatore del clan Bidognetti e, in particolare, del boss Francesco Bidognetti. Secondo quanto si è appreso, a fruire dei “favori” dei due cancellieri sarebbero stati anche alcuni avvocati difensori di boss della criminalità organizzata.

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