I giudici della corte d’appello di Milano hanno respinto la richiesta della difesa di Silvio Berlusconi di sentire i consulenti medici che hanno stabilito che l’ex premier non può partecipare all’udienza di oggi del processo Mediaset.

Il processo va avanti, è cominciata l’arringa dei legali dell’ex premier. I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno fretta di andare a sentenza ed “é straordinario” e “sorprendente che non vogliano attendere la decisione della Consulta sul conflitto di attribuzione” e nemmeno “leggere le motivazioni” con cui la Cassazione ha assolto definitivamente Silvio Berlusconi per il caso Mediatrade. E’ un passaggio dell’arringa di Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi, imputato in appello a Milano per il caso Mediaset. L’avvocato Ghedini nel suo intervento, non senza polemiche, ha affermato che alla Corte “non interessa nemmeno il fatto che ci sia un imputato ammalato”. E poiché “la prescrizione è nel 2014 ci pare che la preoccupazione sia di evitare una prescrizione intermedia e non un’eventuale assoluzione. Qui si ha tutt’altra idea”. Il legale ha sottolineato più volte la “volontà di andare avanti anche con l’imputato ammalato. E questo voler finire il processo – ha ribadito – con l’imputato ammalato è straordinario”. Per il legale tutto ciò è quindi determinato dal fatto che si vuole arrivare a sentenza entro il 23 marzo, data già fissata in calendario dai giudici d’appello.

 

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