NAPOLI – Tredici storie di sacerdoti che dedicano la propria esperienza agli “ultimi”, combattendo contro la malavita, la droga, per il recupero dei detenuti. Sarà in libreria dal 19 marzo “La buona novella – Storie di preti di frontiera” di Ilaria Urbani (ed. Guida, 2013), prefazione di Roberto Saviano.

Il libro, dedicato a don Peppino Diana, il parroco di Casal di Principe (Caserta) assassinato in canonica, esce nel giorno dell’anniversario della sua tragica morte. Il racconto della “frontiera” di Napoli, tra il centro, le periferie e il litorale domizio, è affidato al dialogo che l’autrice intesse con i messaggeri della “buona novella”: il cappellano del carcere di Poggioreale don Franco Esposito; don Aniello Manganiello, ex parroco di Scampia; padre Antonio Bonato, missionario comboniano a Castel Volturno; padre Carlo De Angelis, una vita al fianco dei tossicodipendenti; padre Fabrizio Valletti, gesuita a Scampia; don Gaetano Romano, che opera nella periferia orientale sin dal caos post terremoto; don Antonio Loffredo, che ha scommesso sull’impresa solidale per salvare il rione Sanità da abbandono e camorra; don Félix Ngolo, che fa del calcio un momento di integrazione nell’hinterland flegreo; don Vittorio Siciliani, memoria storica di Scampia fin dagli anni in cui furono costruite le Vele; don Tonino Palmese, con la sua opera di diffusione della legalità e il sostegno ai parenti delle vittime di camorra; don Mario Ziello, voce battagliera dai Quartieri Spagnoli; padre Domenico Pizzuti ed il suo impegno per la convivenza con i rom; padre Alex Zanotelli, dall’Africa a Napoli per la rivoluzione dal basso. “Tredici uomini coraggiosi – scrive Saviano nella prefazione – che ci mostrano quotidianamente cosa voglia dire la parola missione, cosa significhi amare il prossimo e cosa sia davvero la chiesa. Questa carrellata di storie necessarie, di esperienze uniche, mostra chiaramente come dal racconto, dalla denuncia possa arrivare il riscatto. Come dal racconto di tredici vite eccezionali, fatte di vittorie e spesso di sconfitte, si possa comprendere una terra e amarla anche se non ci appartiene. Se poi quella è proprio la tua terra, quella in cui sei nato e cresciuto, ecco che queste esperienze ti danno le coordinate. Ti mostrano come poter vivere, come potercela fare. Come la disperazione può essere trasformata in speranza, in vita”. Spiega il curatore della collana We Care, Samuele Ciambriello: “Un libro, appassionato e originale, nel solco di una iniziativa editoriale che nasce dall’esigenza di valorizzare saperi, intelligenze e talenti in un momento storico nel quale è fondamentale, più che mai, promuovere un agire riflessivo”. L’autrice Ilaria Urbani, giornalista, nata a Napoli nel 1980, collabora con “La Repubblica” e con il settimanale “D – La Repubblica delle Donne”. Ha scritto per “il manifesto”. Ha collaborato con Al Jazeera English e per l’emittente di stato greca ERT. Ha pubblicato un saggio sull’immigrazione nel libro “A distanza d’offesa” (Ad Est dell’Equatore, 2010).

 

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