CASTELVOLTURNO – I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna (Napoli) la notte scorsa hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere arrestando 8 appartenenti a ”Black Axe” (Ascia Nera),
ritenuta un’organizzazione mafiosa nigeriana, attiva in varie localita’ d’Italia e in vari stati d’Europa. Gli arrestati sono ritenuti responsabili d’associazione per delinquere di tipo mafioso e, a vario titolo, di estorsioni, sfruttamento della prostituzione, porto e detenzione illegale di armi, minacce e lesioni personali, contraffazione di documenti di identita’. L’indagine e’ stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
E’ una camorra parallela a quella tradizionale, con i suoi riti, i suoi crimini, i suoi codici. E’ una camorra “nera”, dal momento che gli affiliati sono tutti nigeriani: ad otto immigrati dal Pese africano sono state notificate oggi ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di 416 bis. Nella zona di Castelvolturno, territorio controllato dal clan dei casalesi, agisce dunque anche un’altra organizzazione, composta solo da stranieri e chiamata Black Axe, che secondo il gip adopera, esattamente come gli italiani, il metodo mafioso, “inteso come utilizzo della forza di intimidazione del vincolo associativo, di cui è conseguenza una condizione di assoggettamento ed omertà”.
Spaccio di droga, favoreggiamento della prostituzione, estorsioni e rapine ai connazionali: queste le principali attività del gruppo ricostruite dai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna grazie a intercettazioni, a documenti e alle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia. Che a Castelvolturno ci fosse una camorra “nera” si era già intuito nel 2008, quando il boss Giuseppe Setola e i suoi killer spararono contro un gruppo di africani innocenti, massacrandoli: volevano dare un segnale forte agli spacciatori neri che si rifiutavano di cedere ai casalesi una parte dei loro guadagni, anche se presero di mira le persone sbagliate.
Oggi, invece, la struttura criminale parallela ha un nome, degli affiliati, delle caratteristiche precise. Racconta la collaboratrice di giustizia: “Per entrare a far parte dei Curts (altro nome degli affiliati, ndr) bisogna che qualcuno che già fa parte dell’organizzazione provveda a presentare il novizio al capo del gruppo. Dopo essere stato presentato al capo, il novizio deve sottoporsi a una cerimonia di iniziazione che consiste in una sorta di giuramento di sangue che avviene in una di quelle riunioni notturne che si tengono nelle campagne vicino a Roma. Per diventare un capo, bisogna essere violenti ed usare il woodoo”. In questo modo, infatti, si riesce a tenere in stato di sudditanza psicologica persone fragili e poco istruite, che credono profondamente nella magia.
Il terrore che il gruppo dei Black Axe incute sui nigeriani traspare in maniera evidente dalle intercettazioni. In una telefonata si sente per esempio che “stanno cercando 50 cent (soprannome di una donna, ndr) ed un altro macellaio per farli cadere (uccidere, puntualizza il gip). Li stanno cercando per tutta la città. Questa notizia che ho sentito non è ammissibile! Non possono accadere queste cose in città, non lo possono fare!”. Nel corso delle indagini sui Black Axe sono stati rinvenuti, tra l’altro, un documento programmatico molto dettagliato e un filmato in cui un giovane nigeriano mostra ad alcuni familiari le numerose cicatrici sulla schiena provocate da frustate e il polpastrello del pollice solcato da una profonda incisione verticale: i segni dell’avvenuta iniziazione. Il gruppo chiamato ‘Black Axe’, Ascia nera, è una derivazione del Neo black movement of Africa, Neo movimento nero dell’Africa, nato in ambienti universitari nigeriani come organizzazione con fini assistenziali e di sostegno agli africani. Le finalità dichiarate – solidarietà tra gente di colore e protezione della pace nel mondo – hanno lasciato però il posto, almeno in una parte del movimento, a interessi criminali: lo spaccio di droga, lo sfruttamento della prostituzione, le estorsioni.
Come l’associazione originaria, Black Axe – che è attiva, oltre che in Nigeria, in molti Stati europei tra cui Gran Bretagna, Germania, Austria e Olanda – si è dotata di uno statuto scritto, nel cui ambito vengono stabiliti le modalità di arruolamento dei membri, le finalità dell’organizzazione, i ruoli e i diversi livelli degli associati. Al vertice ci sono i capi zona e i capi nazionali, tra i quali vengono scelti il vicepresidente nazionale e quello internazionale. Agli affiliati sono attribuite diverse mansioni, come quella di procurare documenti contraffatti per gli immigrati clandestini, soprattutto prostitute. Esistono poi i picchiatori, o axe men o macellai: costituiscono, spiega il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho, “una vera e propria forza di intervento tempestiva e risolutiva utilizzata dai vertici dell’organizzazione per punire inadempienze ai loro ordini”.
Il gruppo dei Black axe ha anche i propri rituali, come quello dell’affiliazione. Chi chiede di farne parte dev’essere presentato al capo della cellula da un altro componente e deve sottoporsi a prove di resistenza e coraggio, come venire frustato. Altro segno di riconoscimento per gli affiliati – che si vestono con abiti uguali e portano particolari anelli – è il taglio al pollice destro.