Prima udienza senza Nicola Cosentino – recluso da venerdì scorso nel carcere di Secondigliano – al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dove è in corso il processo che vede l’ex deputato alla sbarra per concorso esterno in associazione mafiosa.
Oggi era il giorno dei pentiti Domenico Bidognetti, cugino del boss Francesco Bidognetti e Francesco Cantone, che hanno ribadito le proprie accuse contestate dalla difesa dell’ex sottosegretario all’Economia. “La famiglia Cosentino era una sola cosa con i Bidognetti – ha affermato il parente di Cicciotto, reggente del clan tra il 1993 e il 1996 – io stesso conosco Nicola e i fratelli da quando ero piccolo.
Nel 1988 Nicola, che era avvocato, mi ha fatto anche prendere il porto d’armi facendomi superare l’esame in un ufficio di Caserta. Il clan lo ha sempre appoggiato alle varie tornate elettorali ma io le date delle elezioni non le ricordo. Ricordo però che Nicola e il fratello Giovanni erano spesso a casa di Cicciotto, anche quando questi era ai domiciliari, mentre quando era latitante lo incontravano a casa di Bernardo Cirillo e di Pasquale Iorio (zio di Cicciotto, ndr). Più volte io stesso mi sono recato dai Cosentino a cambiare gli assegni che gli imprenditori ci consegnavano a titolo di estorsione. A cambiarli, anche quando tra il ’95 e il ’96 ero latitante o agli arresti domiciliari, era Giovanni Cosentino, fratello di Nicola. Anche quest’ultimo era presente”.
Tale circostanza è stata però contestata dall’avvocato del politico Agostino De Caro: “Perché lei prima solo nel 2009, quando l’ordinanza di custodia cautelare a carico del mio assistito è stata resa nota, e non prima, ha parlato di tali incontri? “L’ho ricordato quando mi è stato chiesto” ha risposto Bidognetti, che poi non ha saputo indicare eventuali favori fatti al clan dall’ex deputato dopo le elezioni. Cantone ha invece riferito di un colloquio avuto al carcere di Santa Maria Capua Vetere nel 2009 con Massimo Russo, fratello di Giuseppe ò padrino (la sorella è sposata con il fratello di Nicola Cosentino, ndr). “Russo – racconta il pentito – mi disse che Cosentino stava diventando il braccio destro di Berlusconi e che avrebbe messo le cose a posto per quanto riguarda i collaboratori e i soldi”. Si tornerà in aula il 25 marzo prossimo ma domani intanto l’ex parlamentare del Pdl sarà interrogato in carcere dal giudice Egle Pilla che ha firmato la seconda richiesta d’arresto legata all’inchiesta “Il Principe e la scheda ballerina”.