Servono “precisi impegni per chiudere davvero” gli ospedali psichiatrici giudiziari, mentre “un rinvio senza vincoli sarebbe inaccettabile”. Lo ribadisce il Comitato StopOpg dopo che “alla fine il Governo ha deciso di rinviare la data di chiusura”, sottolineando però di attendere “il testo definitivo del decreto per esprimere una valutazione compiuta”.

“StopOpg – si legge in una nota – aveva denunciato il pericolo di soluzioni improvvisate, di fronte al ritardo nell’attuazione delle norme sul superamento degli Opg (magari miniOpg affidati a cliniche private)”. Per il comitato è indispensabile “dare priorià alle misure di sicurezza alternative all’Opg, con dimissioni per tutte le persone internate in ‘proroga’ (la regola deve essere la dimissione a fine misura, non la proroga dell’internamento)”. Ma anche che si crei “un’unica authority Stato Regioni per seguire e promuovere il processo di chiusura degli OPG e il commissariamento per le regioni inadempienti. Perché il problema non è il ritardo nell’apertura dei ‘miniOpg regionali’, le strutture speciali previsti dalla legge 9/2012 al posto degli attuali sei Opg, dacché StopOpg chiede di non farli ma di usare invece il budget previsto per chiudere gli Opg per potenziare i servizi di salute mentale delle Asl”. “Per abolire definitivamente gli Opg, terribili residui della logica manicomiale che prevede un trattamento speciale per i ‘folli autori di reato’, occorre cambiare il codice penale. Ma intanto oggi si possono superare gli Opg, scongiurare l’apertura al loro posto dei manicomi regionali (miniOpg), e cosi tornare allo ‘spirito originale’ della ‘Riforma Basaglia’, la legge 180, che, chiudendo i manicomi, restituì dignità e cittadinanza alle persone malate di mente”.

 

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