CASERTA – La Regione Campania sta valutando le azioni da intraprendere perché il comparto  bufalino non subisca danni dal decreto attuativo che fissa al prossimo 30 giugno il termine entro il quale – a norma della legge 205 del 2008 – i produttori dovranno diversificare gli stabilimenti nei quali produrre mozzarella di bufala campana dop da quella non dop.

E ciò, non soltanto perché la norma rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto – uno dei trainanti dell’economia campana – ma anche perché è ormai in avanzata fase di definizione e attuazione il sistema di tracciabilità dell’intera filiera, ulteriore  elemento di garanzia del prodotto e di tutela dei consumatori.

Lo ha assicurato il consigliere regionale delegato all’Agricoltura, Daniela Nugnes, nel corso di un incontro promosso da Confindustria Caserta e presieduto dal presidente Luciano Morelli, cui hanno partecipato gli industriali del settore di Terra di Lavoro e di Salerno, guidati rispettivamente dai Lino Fierro e Marino Pezzullo, il presidente del Consorzio Mozzarella di bufala Campana dop Raimondo Raimondi e il rappresentante di Assolatte Massimo Forino.

Nell’apprezzare il lavoro finora svolto dalla consigliere regionale Nugnes, gli imprenditori delle Confindustrie di Caserta e Salerno hanno anche ribadito la necessità di continuare il percorso avviato con il tavolo tecnico, il quale, per la prima volta in molti anni, stabilisce un’intesa di scopo forte e soddisfacente tra tutti gli attori del comparto, capace di salvaguardare produzione e posti di lavoro.

L’abbandono della produzione di mozzarella di bufala campana dop modificherà profondamente  il mercato della mozzarella e quindi del latte, creando le condizioni per una mozzarella anonima con ampio ricorso al latte di provenienza extra-area dop, prodotti in paese Ue e extra Ue, con prezzi più bassi; determinerà negli allevamenti dell’area dop il caos sociale per il mancato ritiro del latte o per il ritiro a prezzi che non coprono gli ordinari costi di gestione; annullerà per i caseifici campani il vantaggio competitivo della dop ponendoli in concorrenza con il sistema lattiero-caseario del centro nord.

Il decreto emanato, inoltre – hanno ribadito gli industriali – non tiene conto dei risultati raggiunti. Infatti, la tracciabilità della filiera è ormai in via di applicazione grazie anche alla piattaforma informatica in parte già disponibile presso l’Osservatorio regionale per la sicurezza alimentare (Orsa).

Il tavolo ha pertanto proposto una diversa impostazione della norma che preveda la possibilità per gli stabilimenti dove si produce mozzarella dop di utilizzare e detenere esclusivamente latte bufalino idoneo alla produzione di tale formaggio, cioè proveniente esclusivamente dall’area dop e da allevava menti sottoposti al sistema di certificazione, conservando al contempo la possibilità di produrre altri formaggi o preparazioni alimentari.

L’auspicio – hanno detto infine gli industriali della filiera bufalina – è che in sede romana ci siano orecchie attente e disponibili e non prevalga, invece, la volontà sorda ed incomprensibile di distruggere un settore che vale oltre 500 milioni di fatturato all’anno.

L’assessore Nugnes convocherà gli attori dell’intera filiera, agricola e industriale, subito dopo Pasqua.

 

 

 

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