Le dimissioni del ministro Giulio Terzi “rassegnate in aula” sono state un “atto inconsueto”. “Ho ragione di ritenere che l’obiettivo” del ministro Terzi “non fosse quello di modificare una decisione” presa dal governo, “ma fosse quello più esterno di conseguire altri risultati che magari nei prossimi tempi diventeranno più evidenti”.

E’ l’accusa mossa dal premier Mario Monti in Aula a Montecitorio. La decisione di non rimandare in India i due marò “non avrebbe dovuto essere oggetto di precipitose dichiarazioni alla stampa, che il ministro Terzi ritenne invece di rilasciare, anticipando un risultato finale che non poteva ancora darsi per scontato”, ha detto Monti. “Sono rimasto stupefatto per ciò che il ministro Terzi ha fatto e per ciò che non ha fatto”, ha detto il premier spiegando che Terzi non aveva informato nessuno e non si era opposto pur potendo “preannunciare le proprie decisioni”.

 

“Pur con la prudenza che deve accompagnare qualsiasi valutazione, vorrei sottolineare che negli ultimi giorni abbiamo avviato un dialogo politico” con l’India ed “un percorso verso una soluzione rapida, reimpostando l’itinerario” della vicenda. Lo ha detto il premier Mario Monti intervenendo alla Camera sui marò.

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