La Cgil di Caserta, in concerto con le associazioni civili: Caritas Italiana, Centro Astalli, Acli, Cnca, Comitato 1° Marzo, Coordinamento nazionale delle comunità locali per la pace e i diritti umani, Emmaus Italia, Fcei, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il razzismo è una brutta storia, Rete G2, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco, Federazione Chiese Evangeliche, e l’editore Carlo Feltrinelli, lancia una raccolta firme a sostegno della campagna per i diritti di cittadinanza. Tale azione, che durerà sei mesi e prevede varie forme di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale, è mirata alla presentazione in Parlamento di due proposte di legge di iniziativa popolare: la prima che riformi la normativa sulla cittadinanza, aggiornando i concetti di nazione e nazionalità sulla base del senso di appartenenza ad una comunità determinato da percorsi condivisi di studio, di lavoro e di vita (modifica della L. 5 febbraio 1992 n. 91, “Nuove norme di cittadinanza”); la seconda che riconosca ai migranti regolari il diritto di voto nelle consultazioni elettorali locali, quale strumento più alto di partecipazione e responsabilità sociale e politica. L’iniziativa è stata annunciata questa mattina a Caserta, presso la Camera del Lavoro in via Verdi, nel corso di una conferenza stampa, – presieduta dalla Segretaria Generale Camilla Bernabei – alla quale hanno preso parte le rappresentanze delle parti coinvolte. Come ha chiaramente spiegato la Segretaria, la Campagna per i diritti di cittadinanza, vuole promuovere l’uguaglianza tra persone di origine straniera e italiana che vivono, crescono, studiano e lavorano in Italia, contribuendo così a rimuovere gli ostacoli che la legislazione attuale frappone al raggiungimento di questo obiettivo. L’operazione vuole riportare, dunque, con energia, il tema della cittadinanza all’attenzione dell’opinione pubblica ed al centro del dibattito politico, per creare un movimento trasversale e unitario: l’esercizio della cittadinanza, infatti, coincide con la possibilità di partecipare alla vita e alle scelte della comunità di cui si fa parte, con uguali diritti e responsabilità. Ma tale diritto è oggi un raro privilegio, che registra anche dei paradossi: infatti, si può nascere in Italia ma non essere considerati italiani. Questo succede a chi ha genitori di origine straniera. A questo proposito, nel corso della conferenza stampa, è stata struggente la testimonianza della giovane Susan, figlia di immigrati, la quale, studentessa universitaria, nata in Italia e mai uscita dai confini nazionali, vive senza documenti perché non riconosciuta. “In casi come questo – ha puntualizzato Camilla Bernabei – lo Stato non risponde ai precetti dall’articolo n. 3 della Costituzione, e crea paradossi, in quanto non realizza il suo stesso dettato che tutti coloro che nascono sul suolo italiano hanno gli stessi diritti. L’Italia è oggi più che mai un paese che accoglie i bambini stranieri grazie ai ricongiungimenti famigliari, e poi li esclude. Vanno a scuola, hanno amici, si sentono italiani, ma alla maggiore età sono costretti a un lungo percorso burocratico se vogliono ottenere la cittadinanza. Sul versante integrazione, inoltre, l’Italia solo quando dà lavoro agli stranieri ne consente la regolarizzazione. Si verifica però che anche il lavoratore straniero paga le tasse ma non può scegliere chi deve amministrare la città in cui vive, esulando dalle direttive della Convenzione sulla partecipazione di Strasburgo che prevedono invece che egli possa votare”. La Cgil e le associazioni partner, quindi, fanno appello alle Istituzioni, alle forze politiche e sociali, al mondo del lavoro e della cultura, a tutte le persone che vivono in Italia, affinché ciascuno responsabilmente contribuisca a costruire un futuro di convivenza, giustizia e uguaglianza per chiunque nasca e viva nel nostro Paese. La campagna “L’Italia sono anch’io”, proseguirà, nei prossimi giorni, con tanti appuntamenti locali e nazionali: l’obiettivo è raggiungere nei prossimi sei mesi le 50.000 firme necessarie per portare in Parlamento ciascuna delle due proposte di legge.