Dal primo aprile le tariffe del gas scenderanno del 4,2% (primo calo da 3 anni) e quelle della luce dell’1%, per un risparmio complessivo di circa 60 euro su base annua per una famiglia media. Lo ha deciso l’Autorità per l’Energia, che ha così inaugurato il nuovo metodo di calcolo per il gas. Le tariffe valgono per il periodo aprile-giugno. Il risparmio di 60 euro su base annua si scompone in 5 euro di minor costo per l’energia elettrica e di 55 euro per il metano.

In diminuzione, da aprile, anche il prezzo del gpl, che registra un calo dello 0,5%. Particolarmente appariscente è la forte riduzione della tariffa del gas, in crescita ininterrotta da tre anni a questa parte. Come ha spiegato il presidente dell’Autorità Guido Bortoni, il calo si deve alla riforma del metodo di calcolo, con il maggior peso dato ai prezzi spot, che oggi sono più favorevoli rispetto ai prezzi dei contratti pluriennali. Di fatti, nel calcolo della componente materia prima, l’incidenza dei prezzi spot è stata aumentata dal 5 al 20%, portando così le proporzioni fra prezzi di lungo termine e spot rispettivamente all’80% e al 20%, a fronte dei precedenti 95% e 5%.

Questo intervento ha consentito, nonostante le elevate quotazioni del petrolio, un calo del 7,2% della componente materia prima, che rappresenta il 40% della bolletta, traducendosi quindi in una riduzione del 3,5% della spesa finale; un’ulteriore riduzione dello 0,7% della spesa totale deriva dalla diminuzione della componente relativa al servizio di stoccaggio. Nel dettaglio, dal primo aprile, i prezzi di riferimento del gas saranno di 88,93 centesimi al metro cubo: per un cliente tipo, si tratta di una spesa di circa 1.245 euro su base annua, di cui 491 per la materia prima, 425 per le imposte, 59 euro per trasporto e stoccaggio, 171 euro per la distribuzione e 99 per vendita al dettaglio e commercializzazione.

Per quanto riguarda invece l’energia elettrica, la riduzione dell’1% segue quella dell’1,4% ed è determinata principalmente dal calo (-3,7%) della componente riferita alla produzione e alla commercializzazione dell’energia elettrica che ha contribuito con una variazione del -2,2% alla riduzione della spesa finale. Questa diminuzione è stata in parte controbilanciata dall’aumento degli oneri generali (+5,9%), che hanno determinato un incremento complessivo della spesa dell’1,2%.

Tra gli oneri generali, ha ricordato Bortoni, ci sono anche i costi sostenuti per le rinnovabili, al cui aumento, che mostrava “un trend preoccupante”, lo scorso anno “il governo é riuscito a porre rimedio”. In particolare, il fabbisogno totale 2013 relativo al conto A3 è stimato in oltre 13 miliardi per far fronte agli incentivi e al piano di rientro del deficit accumulato negli anni precedenti per promuovere proprio le fonti rinnovabili e assimilate. Nel dettaglio, dal primo aprile, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica sarà di 18,936 centesimi per kilowattora e la spesa media annua sarà di circa 511 euro, di cui 270 per i costi di approvvigionamento dell’energia e la commercializzazione, 75 per i servizi a rete, 98 per gli oneri generali di sistema e 68 per le imposte.

 

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