La ‘luna di miele’ tra Laura Boldrini e Pietro Grasso sembra già finita. Quasi si tenevano per mano al loro esordio televisivo a Ballarò i neopresidenti di Camera e Senato che riflettevano l’immagine della concordia e della fratellanza istituzionale: stessi intenti, identici progetti. Ma ora, dopo neanche venti giorni, ecco affiorare la prima ruggine insieme a distinguo politici e di metodo: diversità di vedute che investono riforme, governo e ‘modus operandi’.

Ma pesano anche aspetti caratteriali come è emerso dalla risposta rivelatrice data ieri sera da Laura Boldrini a Lilli Gruber sulla telefonata di protesta di Grasso alla trasmissione di Santoro. “Lui l’ha fatto, l’ha ritenuto giusto, è il suo stile e ognuno ha il proprio. Io probabilmente non l’avrei fatto”, ha ribattuto tranchant la Boldrini (tradotto: Grasso ha sbagliato a chiamare in diretta litigando con Travaglio). Viene il sospetto che proprio questa risposta gelida possa essere stata la miccia che poi ha infiammato il botta e risposta tra i due sulla riforma delle legge elettorale e sulla opportunità di convocare le commissioni parlamentari prima della formazione del governo. Alla Boldrini che sempre ieri sera aveva auspicato una intesa per dar vita ad una ‘commissione ad hoc’ per una riforma della legge elettorale, si è contrapposta oggi la ‘frenata’ di Grasso. Il presidente del Senato ha messo le mani avanti osservando che ‘il problema e’ politico” e che “c’é bisogno di una vasta partecipazione delle forze politiche e di coesione sociale”. L’altro ‘cortocircuito’ istituzionale si è registrato sulla convocazione delle commissioni permanenti, bloccate dall’impasse governativa. La Boldrini ha fatto chiaramente intendere di aver avviato un pressing sui gruppi perché indichino i nomi dei componenti (“ho inviato una lettera ai gruppi, più di questo non posso fare”). A stretto giro di posta, la netta (e opposta) presa di posizione del presidente del Senato per il quale non si potranno convocare le commissioni “se prima non ci sarà la possibilità di distinguere tra maggioranza e opposizione. Questo – ha sottolineato – non è possibile fino a quando non ci sarà un governo che ha la fiducia del Parlamento”. Per ora andiamo avanti con la commissione speciale – ha puntualizzato Grasso – e “se sarà necessario potremo istituire altre commissioni speciali”.

 

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