Ancora tragici gesti dettati dalla crisi e, questa volta, anche dalla sola paura dell’incubo licenziamento. A pochi giorni dal dramma dei tre anziani di Civitanova Marche, ancora suicidi, in Sardegna e in Veneto.
Sull’Isola, un imprenditore di 53 anni, di Macomer, nel nuorese, probabilmente schiacciato dalla crisi economica della sua azienda, anche se non viene escluso dagli inquirenti che alla base del suo gesto vi possano essere altre motivazioni, si é tolto la vita nella sua segheria situata nella zona artigianale di Bonu Trau a Macomer. L’uomo, sposato ma separato, è uscito da casa prima dell’ alba ed ha raggiunto il suo capannone dove stoccava il legname. I familiari non vedendolo tornare a casa lo hanno cercato. E’ stato trovato impiccato nel laboratorio artigianale e sul luogo sono intervenuti Polizia e Carabinieri che hanno avviato le indagini per accertare le reali cause che hanno spinto l’uomo al gesto autolesionistico. L’azienda era in crisi ma nulla faceva presagire quanto accaduto. Lo conferma anche il sindaco del paese, Riccardo Uda, che era suo amico: “Era un uomo capace, determinato, colto, ci sentivamo spesso e mai ha fatto trapelare che volesse attuare un gesto così tragico”. Sul fatto punta il dito contro il silenzio della politica il presidente regionale di Confesercenti, Marco Sulis: “Senza nessuna intenzione di speculare su un fatto così drammatico e doloroso per tutta la comunità nuorese e sarda, non vogliamo però neppure farci complici dei silenzi della classe politica o, peggio ancora, delle inopportune frasi di circostanza che sentiremo in questa occasione, come in tante altre simili. Occorrono fatti concreti che ridiano slancio e speranza al Paese, non parole sterili e demagogiche”. L’altra drammatica storia in Veneto, nel bellunese. E’ stato trovato morto in un boschetto nell’area di Pedavena, un uomo di 46 anni, di Feltre (Belluno), che si era allontanato da casa nel pomeriggio di lunedì e del quale la famiglia aveva denunciato la scomparsa. Secondo ipotesi investigative, l’uomo si è ucciso per la paura di perdere il lavoro. Secondo diverse testimonianze raccolte dai carabinieri, l’uomo, dipendente di una azienda di occhialeria che ha annunciato possibili provvedimenti di mobilità, da tempo manifestava la paura di essere tra le persone messe in mobilità, anche se questo allo stato non risulterebbe.