Ferdinando Imposimato; due ex premi Nobel come Carlo Rubbia e Dario Fo; Milena Gabanelli; gli onnipresenti Gustavo Zagrebelsky ed Emma Bonino; Gino Strada e lo stesso Beppe Grillo.
Il toto-nomi per il candidato del M5S alla presidenza della Repubblica è partito. E con il toto-nomi é partita anche la corsa alla ricerca dei nomi di esponenti dei partiti (“i meno peggio”) che il M5S potrebbe appoggiare magari per impedire l’elezione di una persona sgradita. Uno scenario, quest’ultimo, che ricorda quello che ha portato all’elezione di Piero Grasso alla presidenza del Senato con il gruppo ‘cinque stelle’ diviso al suo interno. Così Beppe Grillo detta la linea sul suo blog. Il blogger genovese spiega che i parlamentari del M5S voteranno esclusivamente il candidato che sarà scelto dai militanti nelle ‘quirinarie’, ovvero le votazioni online che inizieranno proprio domani. “Il nome che verrà fuori sarà quello che i portavoce del M5S alla Camera e al Senato voteranno alle elezioni del presidente”, scrive. E attacca i partiti per “l’inciucio a porte chiuse” sulla scelta del loro candidato al Colle. “Berlusconi e Bersani – scrive – si sono incontrati in un luogo segreto, lontano da webcam, telecamere e giornalisti e hanno deciso il loro candidato. Il nome che proporrà il M5S non sarà scelto nelle segrete stanze, ma votato online dalla base”. Domani dalle 10 alle 21, infatti, gli iscritti al movimento potranno indicare online (sul sito di Grillo) il loro candidato ideale per il Quirinale: i primi dieci più votati dai militanti formeranno la rosa dalla quale, attraverso un’ulteriore votazione già programmata per il 16 aprile, uscirà il candidato ufficiale del M5S. E’ quello sarà il nome che tutti i parlamentari ‘stellati’ scriveranno sulle schede per l’elezione del nuovo capo dello Stato. La linea viene confermata dalla capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi: “Dovremo continuare a votare il nostro nome per la presidenza della Repubblica in tutte le votazioni”. “Ma è una mia opinione – precisa – non ne abbiamo ancora discusso in assemblea”. In assemblea potrebbe però prevalere un’altra linea, quella di chi non esclude di ascoltare nuovamente la base dalla quarta votazione: “Se si ripresentasse un caso-Grasso, dovremmo riconsultarla e fare altri incontri tra noi”, spiega Davide Cecconi. Il riferimento è all’ipotesi giornalistica secondo cui Grillo avrebbe detto ai parlamentari del M5S di far confluire i propri voti su Romano Prodi nel caso l’ex premier rimanesse in corsa per il Colle contro un candidato ‘sgradito’. Dal M5S arriva una smentita secca: “Grillo non l’ha mai detto”, spiega il senatore Andrea Cioffi. Il nome di Romano Prodi è comparso sul blog di Grillo lo scorso 30 marzo: “Pdl e Pd vorrebbero un presidente che non agiti ciò che è calmo ma calmi piuttosto ciò che è agitato – scriveva – Non un Pertini ma neppure più modestamente un Prodi che cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche”. A molti é apparsa un’apertura al professore. Eppure in passato i rapporti tra i due non sono stati proprio cordiali. Il blogger genovese ha affibbiato al professore soprannomi ‘pesanti, ‘Alzheimer-Prodì e ‘Valium-Prodi’, e spesso lo ha indicato tra i responsabili della svendita delle grande imprese italiane. Sui blog le parole di Grillo dividono (come sempre) la base. C’é chi appoggia la sua invettiva contro “l’inciucio nelle stanze chiuse” di Pd e Pdl ma anche chi sottolinea che il “luogo segreto” era Montecitorio mentre lui ha radunato i parlamentari ‘stellati’ in una località davvero segreta fuori Roma. Ed anche sul nome di Prodi i militanti si dividono: “Perché no?”, azzarda qualcuno. “Mai con chi è colluso con i partiti”, rispondono altri. Vedremo domani sera, quando si conosceranno i primi dieci candidati del M5S per il Colle.