La compagnia di navigazione Costa Crociere spa ha patteggiato oggi a Grosseto una condanna al pagamento di un milione di euro per il naufragio della nave Costa Concordia all’Isola del Giglio. Esce cosi’ dal processo che si prefigurera’ con l’udienza preliminare al via il prossimo 15 aprile. Appuntamento dove, pero’, Costa chiedera’ di essere parte civile per il danno della perdita della nave.
Costa Crociere, oggi, ha patteggiato l’accusa per responsabilita’ amministrativa dipendente da reati commessi da suoi dipendenti, l’omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime aggravati da inosservanza delle norme infortunistiche. Reati compiuti nelle fasi drammatiche del naufragio del 13 gennaio 2012, che fece 32 vittime piu’ decine e decine di feriti e danni materiali enormi tra cui l’affondamento della nave. Stamani la sentenza di patteggiamento e’ stata emessa dal gip di Grosseto, Valeria Montesarchio, dopo una camera di consiglio di circa un’ora. La pena di 1 milione di euro e’ frutto di un calcolo basato su tabelle di legge. La somma sara’ incamerata dall’erario. ”E’ la soluzione piu’ ragionevole rispetto a quello che e’ accaduto. E’ una soluzione equilibrata”, ha commentato uscendo dall’aula l’avvocato Marco De Luca, difensore di Costa. Mentre il procuratore capo Francesco Verusio, che di persona ha seguito l’udienza col sostituto Alessandro Leopizzi, ha commentato: ”E’ un patteggiamento per responsabilita’ oggettiva riguardante il comportamento dei dipendenti di Costa. Una pena lieve? Abbiamo applicato la legge”. ”Ingenti – ha fatto osservare Verusio – sono stati i danni subiti dalla compagnia, basti pensare che la nave Concordia aveva un valore di circa 500 milioni di euro ed e’ affondata”. Solo verso la fine dell’inchiesta, ormai a dicembre 2012, la procura di Grosseto si oriento’ per indagare la Costa ai sensi della legge 231. Poi, ha ricostruito l’avvocato De Luca, ”tra dicembre e gennaio abbiamo maturato la richiesta di patteggiare e ne abbiamo discusso con la procura, che ha dato il suo consenso”. Il gip ha quindi accolto l’istanza di applicazione della pena richiesta dalle parti. Costa spa, grazie all’opzione del rito alternativo, non sara’ imputabile nel processo. Ma e’ tutta da vedere la partita dei risarcimenti. Sul piano civilistico, viene spiegato, potrebbero aprirsi le cause dei passeggeri e dei dipendenti che non hanno accettato le proposte di ‘compensazione’ del danno fatte dalla compagnia. Chi accetta l’offerta di Costa, infatti, chiude qualsiasi possibilita’ di adire vie legali. Inoltre, negli USA, come ricorda il Codacons, sono in piedi cause risarcitorie aperte da naufraghi americani contro la capogruppo Carnival e Costa. Il patteggiamento e’ comunque visto sotto un’ottica diversa dalla difesa di Francesco Schettino: ”Sebbene finora si sia cercato di far credere che responsabile di tutto sia stato Schettino – ha detto l’avvocato Francesco Pepe, del collegio difensivo -, l’unica finora a patteggiare, ammettendo una propria colpevolezza ed essendo costretta a pagare la sanzione di un milione di euro, e’ stata la compagnia Costa”. Sempre oggi a Grosseto il collegio del tribunale ha respinto l’istanza di dissequestro presentata da Schettino per riavere la piena disponibilita’ del suo patrimonio bloccato dal gup Pietro Molino a garanzia del pagamento delle spese processuali e per i risarcimenti. Sotto sequestro anche i patrimoni del ‘fleet crisis coordinator’ Roberto Ferrarini e dell’hotel director Manrico Giampedroni, che stamani hanno rinunciato al ricorso.