Il no del Parlamento europeo all’aumento del prezzo delle quote per l’emissione di CO2 è “un fallimento storico” secondo il direttore per la politica climatica europea di Greenpeace, Joris den Blanken.  “Nella sua forma attuale – ha affermato den Blanken – il mercato della CO2 non impedirà la costruzione delle centrali a carbone”.

Per Greenpeace, visto che “i legislatori europei non sono in grado di far funzionare il mercato delle emissioni”, i singoli paesi devono intervenire con tasse nazionali e con un piano di uscita dagli impianti a carbone. L’associazione ambientalista ricorda che in Gernmania, Polonia e Olanda sono in progettazione o costruzione nuove centrali elettriche a carbone. “Dopo questo voto – osserva den Blanken – la stabilità del sistema Ets è messa in dubbio. Se non si corregge la superproduzione di permessi di emissione, esso non servirà allo scopo centrale di dissuadere gli inquinatori e promuovere gli investimenti per produzioni più pulite”.

 

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