“Il cavallo ferito va abbattuto per non farlo soffrire”. In attesa che Matteo Renzi si unisca alla compagnia, i renziani a cui il sindaco di Firenze ha dato appuntamento al terzo piano di Eataly, tempio della gastronomia a Roma, si lasciano andare ai commenti su quanto sta accadendo all’interno del Pd.
“Il cavallo chi sarebbe?”, chiede un deputato poco avvezzo alle metafore. “Bersani”, risponde un altro. “Lasciarlo fare per poi criticarlo non fa bene ne’ a lui ne’ a noi”, osservano ancora. Tra una ‘bollicina’ e l’altra il gruppo si lascia andare a battute sul gruppo dirigente: “Se Zanda sa poco, Speranza non sa nulla”. Si passa poi allo stallo sul Quirinale: “Sta girando un tam tam per cui ci sarebbe un accordo che coinvolge anche noi su D’Alema. Io ho smentito ai giornalisti che mi hanno chiamato dicendo che se Marini e’ il fuoco, D’Alema e’ Belzebu'”, avverte un altro deputato non appena varcata la soglia della sala riservata al terzo piano dell’Air Terminal. Risponde Ermete Realacci: “Non e’ cosi’, Matteo ha criticato Marini e non D’Alema”. Ma l’interlocutore non demorde: “Vai a raccontare che ci siamo astenuti su D’Alema ci fanno un c… cosi'”. Interviene una deputata: “E se candidassimo Matteo?”. Risposta in coro: “Non ha l’eta’”.Infine un accenno a Chiamparino e’ la: “E’ la versione resettata di Cacciari. Ha cambiato Torino, non aveva una buona reputazione e l’ha cambiata”.