CASERTA – La Cisl interviene sulla tragedia di Barletta e chiede misure contro il lavoro nero. “La strage di Barletta, in cui sono morte cinque donne a seguito del crollo di un edificio fatiscente in cui lavoravano a nero per 4 euro all’ora ripropone nella maniera più drammatica possibile la vergogna del lavoro nero e sommerso
che oltre a ledere i diritti dei lavoratori ne mette anche a repentaglio la vita a causa delle condizioni in cui esso viene esercitato. Nel caso di Barletta, poi, è chiamata in causa la responsabilità diretta delle istituzioni perché quel lavoro nero si svolgeva in una chiesa sconsacrata a pochi metri dal palazzo del Comune e quindi conosciuto a tutti e apertamente tollerato.
E’ mai possibile che in un Paese civile, secondo solo alla Germania per attività industriali, debbano avvenire tragedie come questa e che di questi fatti si debba parlare solo quando ci scappano i morti? Non c’è situazione di crisi che possa giustificare, avallare,il ricorso a queste forme di lavoro e neanche la pietà per la morte della stessa figlia del titolare può mitigare la condanna che va gridata verso queste palesi e inaccettabili violazioni della legalità. Di fronte a tutto questo, di fronte al reiterarsi di avvenimenti drammatici, l’indignazione non basta più: occorre apertamente denunciare il silenzio assordante delle istituzioni, la politica di chi si chiude gli occhi per non vedere, la pseudo-cultura che un lavoro qualunque è meglio del non-lavoro. La CISL di Caserta si appella al Presidente Napolitano, alla Sua statura morale che ne fa il punto di riferimento principale per gli italiani, alla Sua dimostrata sensibilità verso i temi del lavoro e alle sue denunce verso le “morti bianche” affinché Egli intervenga sul Governo e il Parlamento per mettere al primo posto questi problemi e non quelli di una casta spesso chiusa e auto-referenziale. E inoltre, per quanto riguarda il nostro territorio, quante Barletta ci sono in provincia di Caserta?
Di quanta illegalità diffusa, di quanto lavoro nero e sommerso è fatto il mercato del lavoro reale? E’ mai possibile contrastare tutto questo con un numero sempre più esiguo di Ispettori sul Lavoro della D.P.L., su un numero sempre più insufficiente di Ispettori ASL, peraltro spesso privi della strumentazione occorrente ad esercitare con efficienza il loro operato. Perché il Comitato per l’emersione del lavoro sommerso ( CLES ) non si riunisce con frequenza e non, come inspiegabilmente avviene, solo saltuariamente? In questa situazione che ci colpisce particolarmente perché Caserta è stata ripetutamente ferita da fenomeni analoghi, la CISL chiede alla Prefettura la convocazione di un Tavolo di confronto con le Organizzazioni sindacali, le Associazioni imprenditoriali, la Provincia, i principali Enti locali, l’INAIL, la DPL e con il pieno coinvolgimento della Procura della Repubblica, per monitorare lo stato dell’arte, per mettere in campo misure di prevenzione, per verificare la congruità degli strumenti che occorrono in termini di risorse umane”.