Respingere le dimissioni di Pier Luigi Bersani “che paga colpe non sue”, chiedergli di gestire la fase che si apre per la nascita del governo poiché “con Grillo che parla di golpe e marcia su Roma abbiamo chiuso. Ora altri interlocutori per il governo” e costringere Sel ad ammettere “il grave errore” fatto votando Rodotà: solo così si può riprendere una strada insieme.
E’ quanto indica Dario Franceschini in un’intervista al Messaggero. “Bersani – spiega Franceschini – ha mostrato generosità caricandosi sulle spalle responsabilità non sue. Che colpa ha lui se cento Grandi Elettori in pubblico dicono una cosa e poi fanno i franchi tiratori? Tradendo la parola data e creando, irresponsabilmente, un problema politico enorme?”. “Penso che sia giusto – aggiunge – respingere le dimissioni sue e di Letta”. “Se dico che i nodi vanno sciolti – continua Franceschini sulla situazione interna al suo partito – bisogna farlo senza lasciare spazio ad ambiguità. Bersani ha fatto bene a cercare il confronto con i 5Stelle per la governabilità. Ormai abbiamo verificato che quella strada non è percorribile. La pietra tombale l’ha messa Grillo stesso gridando al golpe e annunciando una sorta di marcia su Roma inaccettabile”. Franceschini sottolinea quindi “l’errore politico fatto da Sel di votare Rodotà assieme a Grillo, uno che negli stessi minuti gridava al golpe e alla marcia su Roma, avrebbe dovuto portare al buonsenso di non votarlo più dopo quelle farneticanti affermazioni. Non invece di aggravare i toni e le accuse”. Si può recuperare con Sel? “Dovranno quanto meno capire – fa sapere – il loro errore, ed ammetterlo”.