Altri tre casi di auto-immolazione in Cina da parte di civili di etnia tibetana, per protestare contro l’annessione della madrepatria d’origine da parte della Repubblica Popolare, e reclamare il ritorno del Dalai Lama: lo ha reso noto l’emittente ‘Radio Free Asia’ da Dharamsala, la cittadina dell’India sede del governo tibetano in esilio, secondo cui tutti gli episodi hanno avuto esito letale e sono avvenuti nella prefettura di Aba, facente parte della provincia sud-occidentale del Sichuan e confinante con il Tibet propriamente detto.
Due delle vittime erano monaci buddhisti, identificati come Lobsang Dawa di 20 anni e Konchog Woeser di 22: si sono appiccati il fuoco nel monastero di Taktsang Lhamo Kirti. La terza era invece una donna 23enne, le cui generalita’ non sono state rese note. Le autorita’ cinesi, che ufficialmente hanno negato di essere a conoscenza dell’accaduto, hanno disposto l’immediata cremazione delle salme onde impedire manifestazioni di massa in occasione dei funerali. E’ cosi’ salito ad almeno 117 il numero complessivo dei tibetani che dal 2009 hanno adottato questo particolare tipo di protesta: la maggior parte di loro sono morti a causa delle gravissime ustioni riportate.