Il Tribunale di Reggio Calabria-sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso un decreto di sequestro preventivo di beni per oltre un milione di euro a carico dell’imprenditore reggino Edoardo Mangiola, 33 anni, al momento detenuto.
Il provvedimento e’ stato eseguito da personale del Centro Operativo Dia di Reggio Calabria, ufficio di polizia delegato agli accertamenti. In passato, nel 2008, Mangiola era stato vittima di un tentato omicidio, riportando plurime ferite di arma da fuoco, mentre nell’aprile del 2010 fu sottoposto alla misura di prevenzione dell’avviso orale. L’imprenditore e’ stato arrestato, nel mese di febbraio 2012, nell’ambito della cosiddetta operazione ‘Cosmos’ eseguita da personale del Centro Operativo Dia di Reggio Calabria, “per avere fatto parte – si legge in una nota della Dia – dell’associazione di stampo mafioso denominata ‘ndrangheta ed in particolare della cosca Libri, per aver commesso i reati di estorsione e illecita concorrenza con minaccia o violenza ed ancora perche’ titolare di un’attivita’ economica riconducibile al sodalizio criminale”. Dalle indagini e’ emersa l’infiltrazione della cosca Libri nei lavori per la realizzazione del nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria. In particolare, secondo gli inquirenti Mangiola avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella perpetrazione di atti intimidatori commessi ai danni dei dirigenti della impresa Bentini Spa, aggiudicataria dell’appalto in oggetto, consentendo alla cosca Libri di accaparrarsi, attraverso l’impresa gestita dallo stesso Mangiola, la rilevante commessa del servizio di mensa aziendale. Il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di un panificio, un bar tavola calda, due autovetture e rapporti finanziari in corso di quantificazione. Il valore dei beni sottoposti a sequestro e’ quantificabile in circa euro 1.050.000 euro. In particolare, spiega la Dia, il Tribunale ha accertato l’esistenza “in capo all’indagato e ai suoi familiari e conviventi di una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto ed ha stigmatizzato la condotta delittuosa del Mangiola ed in particolare i suoi fitti rapporti intrattenuti con gli esponenti apicali della consorteria ‘ndranghetistica dei Libri”. Mangiola e’ stato rinviato a giudizio dal Gup presso il Tribunale di Reggio Calabria il 10 marzo scorso, per il reato di associazione mafiosa, estorsione e illecita concorrenza e minaccia, aggravati dal metodo mafioso.