“Adesso basta”. E’ l’urlo di rabbia del M5S dopo l’ennesima pubblicazione online delle mail private di alcuni parlamentari ‘cinque stelle’ da parte di “un sedicente gruppo di hacker”. Il Movimento punta il dito contro magistratura e polizia postale perché il sito dove si scaricano le mail “non è stato ancora oscurato” (in serata non è però più raggiungibile, anche se forse solo per un sovraccarico di di download).

Contro forze politiche ed istituzioni per il loro “totale silenzio”. Ma anche contro quei media che hanno “stuprato quotidianamente” la privacy delle loro vittime pubblicando i contenuti di mail private. “Ci colpiscono perché siamo scomodi”, è l’accusa ‘grillina’ rilanciata in conferenza stampa a Montecitorio. Ma non si tratta soltanto di mail. Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento alla Camera, annuncia “il furto tre settimane fa di un computer” proprio negli uffici di Montecitorio: è quello del capo dell’ufficio legislativo. Ma non basta. “E’ stata rubata e pubblicata la bozza della relazione del M5S al Def”. “E ieri – racconta la Lombardi – anche il tentativo di forzare la posta web di un nostro collaboratore”. Dopo giorni i ‘cinque Stelle’ decidono di rompere il muro di silenzio (“Non parlavamo per far lavorare gli inquirenti con calma”, spiegano) e denunciano il “senso di abbandono”, di “pressioni psicologiche” che stanno subendo in questi giorni. La Lombardi ne ha parlato in un incontro al mattino con il procuratore che segue la vicenda, Giancarlo Capaldo: “Mi era stato promesso un report sulle attività investigative ma sono passate otto ore e tutto tace”. Sono state spiate trenta persone che “svolgono l’incarico di parlamentare”. “Tra questi – sottolinea – potrebbe esserci anche il prossimo presidente del Copasir”. La Lombardi riceve il report richiesto soltanto nel tardo pomeriggio. Al fianco della capogruppo, in sala stampa, siedono Giulia Sarti, Stefano Vignaroli e Alessandro Di Battista. Sono le prime tre vittime dell’hackeraggio. La più battagliera è la Sarti. La deputata riminese ringrazia per “l’attestato di solidarietà da parte della gente comune, di giornalisti e di qualche collega” ma rimarca “l’indifferenza ed il silenzio da parte della maggioranza delle forze politiche e delle istituzioni”. Chiede a gran voce la “cancellazione degli archivi con le nostre mail: abbiamo domandato un intervento del garante della privacy”. La Sarti si riferisce a quelle redazioni che hanno affermato di essere in possesso delle mail ma di non volerle pubblicare. “Ci mancherebbe: è un reato”, fanno eco gli altri deputati. “Non ci fermeranno”, aggiungono Vignaroli e Di Battista. Nicola Biondo, responsabile comunicazione del gruppo M5S alla Camera, critica “i metodi” di alcuni settimanali e giornali e nega la tesi di “regolamenti di conti interni” alla base del cyber-attacco. La Lombardi non si sbilancia sui mandanti: “La fantasia viaggia ma non vogliamo avere idee”, risponde lasciando trasparire chiaramente una espressione divertita. Insomma, qualche idea in merito ce l’hanno. E ben chiara. Infine, un appunto a chi immagina di sfruttare l’occasione per regolare giuridicamente la comunicazione sul web. Il riferimento è alla richiesta di intervento del presidente della Camera, Laura Boldrini, vittima di attacchi in rete. “Massima solidarietà – afferma la Lombardi – Le ho subite anche io via posta ordinaria ma non per questo chiedo una sua limitazione. Nonostante la violenza subita attraverso il web, rifiutiamo qualsiasi sua limitazione”.

 

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