SAN NICOLA LA STRADA – Decisa replica del consigliere comunale di San Nicola la Strada, Fabio Schiavo, alla segretario provinciale dell’Udc Gabriella D’Ambrosio che, con una nota, aveva reso nota l’espulsione dell’esponente politico dal partito.

“In relazione all’articolo apparso nei giorni scorsi, con il quale si paventa la mia espulsione dal gruppo UDC per motivi di “cronica assenza alle riunioni indette dalla sezione politica del partito”, tengo a precisare quanto segue: non riuscivo in alcun modo a tollerare la gestione monocratica del partito, nel quale la volontà ed il pensiero dei consiglieri comunali erano considerati inutili orpelli ed ostacoli rispetto al disegno autoritario della gestione politica cittadina, esemplificato dalla cronica interferenza del Segretario Cittadino in ogni questione municipale dei consiglieri eletti che mai venivano informati di tali giravolte pseudo politiche. Insomma, il consigliere comunale era considerato un birillo alla mercé di una biglia su un tavolo da gioco in cui riusciva a fare solo la parte del morto! Tutto ciò in assenza di un direttivo che non si riesce a nominare da anni per ripristinare quella democrazia interna che dovrebbe rappresentare l’anima di un partito che si rispetti. Ho ripetutamente manifestato la necessità di un ripristino di un dialogo aperto e paritario tra gli eletti e il partito degli eletti, riuscendo solamente a subire scelte incondizionate, piovute sulla mia testa sensibile e su quella degli altri colleghi consiglieri dell’UDC. In qualità di capogruppo e, quindi, di rappresentante istituzionale in seno al consiglio comunale della città di San Nicola la Strada non mi è stato mai consentito di diventare il coordinatore, così come dovrebbe essere, ma ogni mio intervento è stato guardato con diffidenza e fastidio, quasi fosse un intralcio insopportabile rispetto al disegno di privilegiare persone e ruoli attraverso scelte verticistiche attuate in altro loco. Più volte ho tentato di ricucire lo strappo, più volte ho tentato di dialogare con i colleghi di partito ed ho riscontrato debolezze ed ipocrisia persino quando i miei rilievi su questioni amministrative erano improntati al giusto rigore ed al giusto rispetto delle norme. Alla fine non mi è stata lasciata altra scelta che quella di dimettermi da capogruppo sin dal 17/04/2013, per l’insufficiente rispetto politico del ruolo e, successivamente, dal partito per l’insufficienza e la contraddittorietà della linea politica che si sarebbe dovuta seguire sulla base degli indirizzi politici programmatici dell’UDC. Preciso, inoltre, che le mie dimissioni sono rassegnate prima della comunicazione della presunta espulsione dall’UDC, anch’essa attuata in dispregio delle norme statuarie e gestionali di un partito, e soprattutto in dispregio della dignità della persona e della sua intelligenza. Naturalmente ognuno andrà per la sua strada, ognuno ha dato e darà il proprio contributo alla crescita della nostra città nei tempi e nei modi che sono intrinseci alle proprie capacità individuali. Resta però amara una considerazione di fondo: la sete di potere, grande o piccola che essa sia, spesso travolge ed inquina anche lo spirito più eletto e democratico. Di tanto mi rammarico precisando però che il mio comportamento dal punto di vista personale ed umano sarà sempre improntato al rispetto reciproco e a quello della dignità umana sopra ogni cosa”.

 

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