Dopo la sconfitta alle elezioni, non andare al governo conBerlusconi “e’ stata la cosa giusta”. Nel giorno dell’essemblea del Partito Democratico che elegge Guglielmo Epifani alla segreteria, Nichi Vendola chiama il popolo di Sel in piazza per dire che la sinistra “non puo’ morire di berlusconismo” e per rivendicare di il rifiuto “dell’andreottismo come virtu’ nazionale, quell’andreottismo che traveste il cinismo da realismo, e che chiama il trasformismo senso di responsabilita”. La sinistra che e’ rimasta fuori dall’accordo di governo “che piace perfino Marcello dell’Utri”, sottolinea Vendola, “non ha tradito il patto con gli elettori.
Ma non si chiudera” in un recinto, non si fara’ fagocitare dall’eterno dualismo tra sinistra radicale e sinistra di governo l’un contro l’altra armata, ma lavorera” per costruire un nuovo cammino che parli di diritti, lavoro e beni comuni”. La piazza e’ gremita, Vendola accusa il Pd di imbarazzo per non potere piu” parlare di certe cose, dopo l’accordo con il Pdl: “dove andra” a finire il conflitto di interessi ora che siamo al governo gomito a gomito?”, dice. Aggiunge che le promesse di Enrico Letta sono irrealizzabili, perche” costano e le risorse non ci sono. Ma e’ il peccato originale che Vendola non perdona al Pd, quello di aver archiviato l’alleanza di ‘Italia Bene comune’ dopo la sconfitta alle elezioni. Ma se il Pd e’ lontano (Vendola fa gli auguri a Epifani, ma gli ricorda che il suo principale alleato e’ in piazza a protestare contro i Pm che l’anno condannato) l’alternativa non e’ Grillo. Il leader di Sel, dopo settimane in cui gli esponenti del suo partito e i rappresentanti del Cinque Stelle si sono annusati, risponde senza sconti al comico genovese. “Sostieni di fare la vera opposizione. Ma poi sul tema fondamentale dei diritti dei bambini nati in Italia prendi gli applausi di la Russa”, dice. Il tema dunque e’ ricostruire un soggetto che parta dal lavoro, dai diritti e dai beni comuni. Senza personalismi. Anzi al Congresso di ottobre, ribadisce Vendola, il suo nome uscira” dal simbolo e dalle bandiere di Sel. La piazza accoglie con un boato Stefano Rodota’, mettendo in imbarazzo lo stesso professore che si sente urlare ‘C’e’ solo un presidente’, come nei giorni dell’apologia grillino per il Quirinale. Ma e’ lo stesso Rodota’ a raffreddare gli animi, quando dice che e’ inutile provare a costruire un altro pezzetto irrilevante di sinistra destinato al ruolo di testimonianza. “Compito della sinistra, compreso il Pd, dice Rodota’, e’ ricostruirsi partendo dalla Costituzione e dai diritti”. Sul palco anche il giornalista Gad Lerner, che ironizza sul luogo fisico in cui la manifestazione si svolge, quella piazza SS. Apostoli storica sede dell’Ulivo di Prodi e si augura che i Democratici tornino a fare la sinistra E Concita de Gregorio, secondo cui “sono milioni le persone in Italia che fanno la Cosa giusta. Ma ci sono dei ministri che fanno la cosa sbagliata, cioe” andare in piazza a manifestare contro una sentenza”.