Storica svolta negli Usa: i ragazzi apertamente gay potranno fare gli scout. Dopo anni di dibattito, il movimento dei Boy Scout d’America (BSA) ha preso la decisione di eliminare il bando che finora impediva a chi era apertamente omosessuale di farne parte.
Una decisione difficile, presa dai circa 1.400 delegati riuniti nel loro Congresso nazionale di Grapevine, in Texas. Il testo della riforma epocale, spinta con forza anche da Barack Obama, mantiene comunque il divieto riguardo alle persone omosessuali adulte che volessero essere i leader dell’organizzazione. Si tratta del cambio di una regola in vigore da 22 anni e che avra’ un impatto immediato su circa 100 mila gruppi scout americani, che organizzano piu’ o meno 3 milioni di ragazzi e un milione di adulti. A questo punto si prevede il rischio di uno strappo interno alla organizzazione: alcuni gruppi anche prima del voto avevano gia’ fatto sapere che avrebbero lasciato la struttura in caso di via libera ai ragazzi gay; altri invece avevano chiesto che si aprissero le porte anche agli adulti omosessuali. A giocare un ruolo chiave i gruppi religiosi, visto che almeno il 70% degli Scout d’America sono sovvenzionati da organizzazioni di questa natura. Alla vigilia del voto il capo della Southern Baptist Church, Frank Page, aveva chiesto di non cambiare le regole e mantenere il bando ai gay. Di contro la Church of The Jesus Christ Latter-day Saints, il partner piu’ grande degli Scout Usa, aveva tacitamente dato il suo via libera al piano. Quanto al National Catholic Council on Scouting, non ha aveva assunto alcuna posizione. Infine da segnalare che il presidente del Bsa, Wayne Perry, poche ore prima del voto aveva ufficialmente appoggiato l’ingresso dei ragazzi gay. Lo scoutismo negli Stati Uniti e’ una istituzione fondata nel 1910, nel cui board compaiono personalita’ di massimo rilievo, amministratori delegati di colossi come la compagnia telefonica AT&T o Ernst&Young. Per capire la sua autorevolezza, basti pensare che il presidente onorario del BSA e’ Barack Obama. E proprio il presidente, da mesi in prima linea a favore delle nozze gay, ha spinto a favore della riforma interna agli scout. Nei giorni scorsi, i sostenitori del si’ e del no si sono affrontati a viso aperto: i favorevoli dell’ingresso dei gay hanno incaricato alcune agenzie di consulenza politica per fare pressione su circa 120 consigli locali per assicurarsi i voti necessari alla vittoria finale. Di contro, gli oppositori hanno mandato nelle caselle di posta elettronica dei delegati lunghe lettere per spiegare le ragioni del loro no. Al momento pare che solo il 48% dei genitori approvi l’apertura ai gay e che, secondo alcune stime, tra i 100 mila e i 350 mila ragazzi potrebbero lasciare l’organizzazione Bsa ora che hanno vinto i si’. E con loro anche molti sponsor privati potrebbero andare via.