Un gol di Arjen Robben decide il derby tedesco di Wembley, la Champions League 2013 e’ del Bayern Monaco che nella finale di Londra batte al foto-finish il Borussia Dortmund. Un epilogo nella logica del calcio: ha vinto la squadra piu’ forte, la piu’ ricca, la piu’ esperta.
Non necessariamente la migliore, almeno non questa sera. Perche’ le due finaliste si sono equivalse: meglio il Borussia nella primo terzo di gara, superiore il Bayern a cavallo dei due tempi. E gli ultimi minuti sono stati un assalto all’arma bianca su entrambi i fronti, che ha premiato i neo-campioni di Germania, al quinto alloro continentale. Il miglior commiato possibile per Jupp Heynckes che lascia a Pep Guardiola dopo aver vinto la sua seconda Champions (aveva gia’ trionfato nel 1998 alla guida del Real Madrid).
Ed essersi preso la meritata rivincita dopo la beffa di 12 mesi fa quando aveva perso in finale all’Allianz Arena contro il Chelsea. Si dice che dopo quella sconfitta il tecnico tedesco abbia cancellato le vacanze, mettendosi subito al lavoro per preparare la sua ultima stagione in Bavaria. E stasera ha capito che ne e’ valsa la pena. Il primo tempo, pur avaro di gol, e’ uno spot non solo al fussball ma al calcio di ogni latitudine. Merito di due squadre che si affrontano a viso aperto, senza timori reverenziali (Borussia Dortmund) ne’ tatticismi (Bayern Monaco). Fioccano cosi’ le occasioni da rete: in maggioranza del Borussia, pericolosissime quelle dei bavaresi. Apre le ostilita’ Robert Lewandowski, al 13’pt con un destro da oltre 25 metri, Manuel Neuer si salva in angolo.
Addirittura prodigioso il portiere bavarese un minuto piu’ tardi quando sul centro basso di Marco Reus respinge di piede la girata sotto misura di Jakub Blaszczykowski. E’ ancora Reus, al 19’pt, ad innescare Kevin Grosskreutz, puntuale Neuer in angolo. Il Borussia e’ in trans agonistica, gioca a velocita’ supersonica senza mai rallentare. Robben e Frank Ribery sono costretti a fare i terzini aggiunti, in attacco il Bayern e’ inesistente. Ma ha il merito di saper reggere l’urto.
E al 26’st arriva il suo primo graffio sulla partita: sul cross dalla sinistra di Ribery, incornata di Mario Mandzukic: acrobatico salvataggio di Roman Weidenfeller. Scoccata la mezz’ora, complice l’inevitabile rifiatare del Borussia, i bavaresi alzano il baricentro. E con Robben hanno due occasioni per passare: prima l’olandese cerca un inutile scalino su Weidenfeller in uscita, quindi sbaglia il pallonetto. In mezzo un altro acuto di Lewandowski che si libera in area di David Alaba, ma viene stoppato da Neuer in uscita. Che l’inerzia della partita sia cambiata lo confermano pero’ anche i primi minuti della ripresa.
Perche’ il Borussia sembra aver ormai smarrito l’esuberante sfrontatezza della prima mezz’ora. Di contro il Bayern, installatosi nella trequarti del Dortmund, comanda il gioco. E trova il vantaggio, probabilmente irregolare. Perche’ quando Ribery chiude il triangolo con Robben nell’area del Borussia, Mandzukic e’ in posizione di fuorigioco. Sul proseguo dell’azione, cross basso dell’ala olandese e comodo tap-in del centravanti croato. La squadra di Klopp accusa il colpo e’ fatica a reagire. Ci pensa allora Dante a dargli una mano con un intervento inutile quanto scomposto su Reus: rigore netto trasformato alla perfezione da Kevin Grosskreuz. Inizia un’altra partita, squadre piu’ lunghe, la tattica lascia il campo alla pura voglia di vincere.
Si strozza in gola l’esultanza dei tifosi del Bayern quando sulla linea di porta Neven Subotic salva il rasoterra di Thomas Muller. E anche quando Weidenfeller respinge coi pugni su Bastian Schweinsteiger. Ma scoppia il tripudio ad un minuto dalla fine. Merito del tocco gentile di Robben, l’olandese che decide la sfida di Bundesliga. Sotto gli occhi pieni d’orgoglio della cancelliera Angela Merkel, in tribuna seduta accanto al presidente della Uefa Michel Platini.