Lo stato-arcipelago di Papua Nuova Guinea nel Pacifico, uno dei piu’ poveri e piu’ corrotti al mondo, ha ripristinato la pena di morte per omicidio, stupro aggravato e rapina a mano armata. Il parlamento di Port Moresby ha anche abrogato una controversa legge sulla stregoneria, che offriva forti attenuanti per crimini, violenti se l’accusato agiva per fermare atti di stregoneria.

Il voto a larga maggioranza fa seguito a una serie di stupri di gruppo, anche di donne straniere, e di raccapriccianti torture e uccisioni di donne accusate di stregoneria, una credenza tuttora diffusa nel Paese. La pena capitale, con impiccagione, sedia elettrica, iniezione letale o fucilazione, si estende a casi gravi di corruzione e puo’ essere applicata anche alla coltivazione di marijuana.

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