Per aver utilizzato il palco di un teatro del Molise per inscenare una sorta di ‘processo’ nei confronti di una impresaria teatrale, accusandola di essere fuggita con i ricavi dei biglietti, l’attore comico Pino Insegno e’ stato condannato dalla Cassazione per risarcimento dei danni da diffamazione nei confronti della signora Anna P.. Senza successo i legali dell’attore hanno sostenuto, innanzi ai Supremi giudici, che il comico con le parole ”la signora del botteghino e’ fuggita con l’incasso” non voleva dire che Anna P. aveva ”rubato” ma solo che aveva avuto ”un comportamento di palese inottemperanza degli obblighi assunti”.

Il fatto era avvenuto nel teatro comunale di Pietrabbondante (Isernia) durante la stagione teatrale 2004-2005 nell’ambito della quale Anna P. era responsabile per conto dell’amministrazione cittadina. Ad avviso della Cassazione – sentenza 36865 – giustamente Insegno e’ stato condannato per ”l’inoppugnabile significato doppiamente diffamatorio delle espressioni utilizzate dal ricorrente contro Anna P. . In proposito la Cassazione osserva che ”la controversia nata tra il primo attore della compagnia e la responsabile della stagione teatrale, era immediatamente risolvibile con la mediazione di dirigenti comunali e, in caso negativo, da un giudice terzo nelle competenti sedi istituzionali”. Invece non e’ scusabile il fatto che ”l’Insegno abbia preferito inscenare un estemporaneo processo popolare e una immediata condanna morale contro la rappresentante del Comune”. ”L’accusa riguardava infatti – sottolinea la Cassazione -,da un lato un comportamento sleale e inottemperante nei confronti della compagnia di prosa, il cui primo attore Insegno aveva quindi deciso, davanti al pubblico, di interrompere la rappresentazione; dall’altro veniva contestato alla donna di aver consumato questa inadempienza con una illecita condotta di impossessamento della somma ricavata dalla vendita dei biglietti di ingresso (eloquente e inequivoca e’ l’espressione ‘E’ andata via con l’incasso’)”. ”Indipendentemente dalla verita’ dell’allontanamento di Anna P. – conclude la Cassazione – l’attore non era comunque legittimato ad utilizzare lo scenario teatrale per attribuire alla donna un comportamento disonesto e giuridicamente trasgressivo”. Adesso Pino Insegno dovra’ risarcire, secondo quanto verra’ stabilito da una causa civile, Anna P. e pagare, intanto, 1100 euro per le spese di giustizia in Cassazione.

 

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