“Ora bisogna adottare lo stesso criterio anche per i sindacati e la Chiesa”. Lo dice in un’intervista al Messaggero il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta a proposito dei nuovi criteri per il finanziamento ai partiti, sottolineando che “va dato atto a Letta e ad Alfano di avere fatto un passo nella direzione giusta” avendo “il coraggio di fare la legge”.
Per evitare di finire “nelle mani delle grandi imprese o delle lobby” per Brunetta bisogna “definire con rigore la trasparenza. Sapere chi finanzia chi”, ma “fissare limiti troppo bassi alle donazioni significa aprire a una soluzione falsa e ipocrita”. “Oggi tocca ai partiti, domani toccherà ai sindacati: non possono esimersi da regolamentazioni simili” sulla trasparenza dei finanziamenti. E “non per ritorsione. Ma per parallelismo, per simmetria. Se è avvenuta una maturazione nell’opinione pubblica, se il sistema di finanziamento deve essere lasciato alla liberalità dei cittadini, questo deve valere per tutti”. La “rivoluzione culturale della trasparenza e della responsabilità deve valere erga omnes. Direi anche per le organizzazioni religiose, basti pensare al finanziamento per la Chiesa”, dove ad esempio con l’8 per mille “il 50% dei fondi non assegnati dai contribuenti finiscono comunque alle confessioni religiose e si parla di circa un miliardo di euro l’anno”.