“O si trova un punto di caduta comune discutendo al riparo dai riflettori, e io non dispero, oppure bisogna accelerare il più possibile la scelta della forma di governo e dunque la vera riforma elettorale”. Lo afferma in una intervista alla Stampa il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello.
Si andrà verso il semipresidenzialismo o il premierato forte? “Non do nulla per scontato. Prendo atto che a sinistra molte posizioni autorevoli – da Letta a Epifani, da Prodi a Renzi e a Veltroni – occhieggiano all’elezione diretta del Capo dello Stato. Per me, che sono l’esploratore, è un pertugio nel quale infilarmi per verificare cosa vi sia di concreto”. Di certo, “durante l’elezione del presidente della Repubblica parte dei parlamentari del Pd, pressati dai social network, hanno smentito decisioni prese nelle assemblee del partito. E’ lecito chiedersi se, a questo punto, non valga la pena dare direttamente la parola agli elettori”. E se uno dei due “pilastri crollasse”, legge elettorale e riforma delle istituzioni, “ne trarrò le conseguenze”. “C’é la possibilità – dice il ministro – di scrivere un nuovo patto tra i cittadini e la politica. Se sapremo farlo, il percorso riformatore diventerà irrefrenabile perché chiunque si metterà di traverso ne pagherebbe un prezzo molto alto”.