Carmine De Lucia lancia il suo manifesto per un OpenPd. Nonostante il torto subito in seno al partito provinciale, che ha tentato di screditarlo attraverso l’operato di una commissione di garanzia fantasma, il consigliere vicano non è tipo da star con le mani in mano. Presa carta e penna, De Lucia ha messo nero su bianco in un manifesto, e poi sul web, un programma di rilancio del partito democratico “affinché sappia coinvolgere tutte le risorse democratiche del territorio casertano.”
Il termine inglese Open lascia poco spazio alla fantasia e lega la compagine democratica ad un programma di apertura a tutti gli elettori e ad una trasparenza totale in campo politico amministrativo.
Alcune righe scritte di proprio pugno e dettate dal cuore democratico di chi nel partito ha militato e si è impegnato per difendere il proprio ideale; un manifesto fatto di propositi per il rilancio e di critiche contro l’attuale gestione.
“Tutti – si legge – attendiamo un partito Democratico non più con la doppia etica, a predicare bene per la legalità e a praticare male con brogli e sotterfugi nella gestione interna del partito. Un partito che ricorra alle Primarie aperte per meglio confrontarsi con i cittadini sui problemi quotidiani e non più assistere allo scandalo dei “pacchetti” di 50-100 schede votate ed inserite con trucchetti nelle urne, prima che le operazioni di voto iniziassero”.
Una denuncia pesante a cui segue, doverosamente, l’accenno al prossimo congresso provinciale: “Insieme – continua – ci dobbiamo preparare per un congresso provinciale aperto agli elettori del Pd. Dovrà essere un congresso non figlio di tesseramenti anomali, con una vera platea dei democratici della provincia di Caserta, non inquinata dai Signori delle tessere. Non possiamo più chiudere la porta a chi intende il Pd quale promotore di vita politica interattiva e aperta al confronto con la società civile. Dobbiamo aprire alla partecipazione esterna, daremo un segnale serio di riavvicinamento a chi crede che il partito Democratico possa ancora rappresentare le tante istanze e necessità di Terra di Lavoro”.
La ricostruzione del partito dunque è l’obiettivo da perseguire con rinnovamento che parta dall’interno attraverso la tolleranza e la disponibilità al confronto costruttivo; “niente clientes o parenti dei parenti: la militanza dovrà essere finalmente valore aggiunto, convinti che l’onnipresenza di taluni in tutti i contesti elettivi sia da evitare per essi e familiari, proprio per distinguerci dai partiti monocratici”.
Basta inciuci politici; basta con gli inutili carrozzoni politici che, invece di aiutare la gestione di servizi consortili, aumentano il debito delle pubbliche amministrazioni e gli sprechi; basta guerriglie tra pochi interessi di parte: è questo l’appello del consigliere democratico che crede sia giunto ormai il momento di dare spazio, sul territorio casertano, alle seconde e terze linee di un tempo affinché diventino ora i gestori del processo di radicamento sui territori.