Il 2012 ha visto un aumento record dell’1,4% della CO2 prodotta dal settore energia a livello globale e di questo passo la febbre del Pianeta si avvia a superare la soglia ‘critica’ di due gradi centigradi rispetto all’epoca pre-industriale.

Questo l’allarme lanciato dall’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), che pero’ fornisce anche la ‘ricetta’ in quattro mosse per una decisa inversione di rotta, mentre a Bonn sono in corso i negoziati internazionali sul clima. ”Il momento di agire e’ adesso, aspettare non fara’ che aumentare i costi a lungo termine” ha commentato il commissario Ue, Connie Hedegaard. Considerando che il settore dell’energia pesa su circa i due terzi delle emissioni globali di gas serra ”il rapporto mostra un aumento piu’ probabile delle temperature fra i 3,6 e i 5,3 gradi centigradi, ma rileva anche che puo’ essere fatto molto senza mettere a rischio la crescita economica” spiega Maria van der Hoeven, direttore esecutivo dell’Iea. Mentre Usa e Ue riducono le emissioni di CO2, la Cina e il Giappone sono in salita. Quali allora le quattro mosse proposte dall’Iea per contenere il riscaldamento del Pianeta per il 2020? Innanzitutto misure mirate all’efficienza energetica di edifici, industria e trasporti, che da sole contano quasi la meta’ del taglio di gas serra complessivo necessario (-8% rispetto a emissioni attese nel 2020). Altro intervento e’ la limitazione della costruzione e dell’uso degli impianti energetici a carbone meno efficienti (-20% di CO2). La fetta di rinnovabili aumenta dal 20% attuale al 27% nel 2020, cosi’ come quella di gas naturale. Interventi per dimezzare le emissioni di gas metano in atmosfera dall’industria di gas e petrolio nel 2020 tagliano un altro 18% di CO2 e un abbandono parziale dei sussidi ai carburanti fossili completa il quadro, con un altro taglio del 12%.

 

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