Il M5S dice no al decreto sulle carceri preannunciato dal ministro Cancellieri. Tra le varie motivazioni alla base della contrarietà dei deputati grillini, questa: “Fra coloro che possono essere condannati a 6 anni di reclusione ci sono anche gli accusati di associazione mafiosa: ai domiciliari è molto più semplice seguire i business”. La posizione del gruppo M5S della Camera è espressa in un post pubblicato sul blog di Grillo.
“L’ultima scoperta dal governo Letta – si legge nel post – è il sovraffollamento delle carceri – che dura almeno da un decennio – tanto da dedicarci un decreto. E come Letta e il Governo delle “larghe intese” risolvono il problema? Semplice, per superare l’emergenza basta buttare fuori un bel po’ di reclusi. Punto. E’ sufficiente leggere le indiscrezioni sul testo di legge che verrà presentato dal Consiglio dei Ministri: la detenzione domiciliare potrà applicarsi anche a condannati a pene fino a 6 anni. Corruzione, frode fiscale, falso in bilancio, truffe, abuso d’ufficio, inquinamento, frodi comunitarie, hanno pene massime tra i 3 e i 6 anni (ma nella pratica, nessuno si becca più di 3 anni). Inoltre, che c’entra con l’affollamento delle carceri la sospensione della pena per chi è agli arresti domiciliari e deve scontare una pena residua di 4 anni? E perché, oltre alle detrazioni della buona condotta, per coloro che devono espiare la pena per altri 3 anni si prevede uno sconto di pena ovvero la liberazione anticipata? E la famosa certezza della pena? Eppure basterebbe un po’ di impegno. Ad esempio una razionalizzazione degli spazi degli istituti penitenziari, per trovare un posto dignitoso per tutti invece di costruire nuove imponenti carceri, con la soddisfazione dei soliti palazzinari. Predisporre interventi ordinari e straordinari per gli istituti esistenti con l’apertura di ali chiuse in quanto fatiscenti. Basterebbe rivedere i capolavori normativi di tre dei principali artefici del sovraffollamento carcerario: Bossi, Fini e Giovanardi. Basterebbe predisporre seri programmi di lavoro dentro il carcere perché – è noto da tutte le statistiche – nessun recluso ha il piacere di tornare in galera se ha qualcosa di lecito da fare fuori. E se non ce l’ha, torna a delinquere. Ed é questo ciò che il MoVimento 5 Stelle propone in Parlamento, denunciando il mercimonio sulla pelle dei detenuti. Una autentica bancarotta della giustizia”.