“Sono impegnato in commissione di maturità con i miei studenti e oggi ero più teso di loro. Alla fine ero stanco come loro, perché mentalmente cercavo di svolgere le sette tracce contemporaneamente. Le ho trovate in generale accessibili e interessanti per ragazzi che sanno stare al mondo, leggono giornali e libri e sono capaci di ritagliare un percorso personale e originale a partire da ciò che originalissimo non era”.

E’ la testimonianza raccolta dall’ANSA, di Alessandro d’Avenia scrittore amatissimo dai giovani per due libri che sono diventati una sorta di vademecum esistenziale per i ragazzi ‘Bianca come il latte Rossa come il sangue’ (besteller da 1 milione di copie vendute in 19 paesi) e di ‘Cose che nessuno sa’ (entrambi pubblicati da Mondadori). Palermitano, 36 anni, docente di italiano e latino in due licei milanesi, D’Avenia fa un’analisi delle tracce della prima prova dell’esame di maturità. “Darei la sufficienza alla traccia tratta dall’Infinito Viaggiare, non per Claudio Magris la cui prosa cesellata e piana é un modello, ma per le domande di analisi, troppo semplici e generiche. Inoltre il passo scelto era ‘freddino’ per un tema di analisi del testo, che dovrebbe esaltare le qualità di quei ragazzi che amano leggere e si appassionano a scrivere un pezzo di bravura critica su un testo d’autore”.

La tipologia B (saggio breve o articolo di giornale che – fa notare d’Avenia – “personalmente tollero meno per il suo ingabbiare il percorso argomentativo con documenti scelti a priori, era ben scelta per le quattro prove in quanto ad argomento, ma i testi non sempre mi sono sembrati adeguati. Le migliori erano quelle nell’ambito artistico-letterario e socio-economico (documenti interessanti e sfidanti). Il saggio proposto nell’ambito storico-politico l’ho trovato molto interessante ma con testi di carattere troppo eterogeneo, meramente descrittivo e non critico mentre l’ultima opzione, l’ambito storico-politico, purtroppo riportava (Boncinelli a parte) documenti non adeguati per un argomento appassionante”.

Il tema di argomento storico “Di per sé interessantissimo era esagerato nella richiesta, sarebbe bastato uno di quei Paesi per formulare un ottimo tema e di alcuni (Brasile, India) non è facile ricostruire la storia del XX secolo a 18 anni. Il dover scegliere ben due nazioni ha scoraggiato molti ragazzi”. Infine, il tema di ordine generale, “era molto interessante perché, grazie alla frase del fisico Fritjof Capra, consentiva di muoversi tra i due saperi (umanistico e scientifico) e metteva al riparo da eccessivi luoghi comuni e facile qualunquismo, cosa che ho apprezzato per una traccia spesso usata dai ragazzi come rifugio per non dire nulla”.

E conclude Alessandro d’Avenia “i miei ragazzi alla fine della prova erano stanchissimi e soddisfatti: ognuno ha trovato quello che faceva per lui. E questo per me è quel che conta”.

 

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