“L’Italia non è un Paese razzista, é un Paese in cui accadono episodi di razzismo. Sono due cose molto diverse. Altri Paesi europei hanno una lunga storia prima di colonialismo, poi di immigrazione. Rispetto a loro, l’Italia non ha ancora elaborato una cultura dell’immigrazione e della società multietnica.

Qui il fenomeno è stato diverso, molto veloce, ma non c’é dubbio che nella cultura italiana ci sia l’accoglienza, e nell’anima italiana c’é quel calore che altrove manca”. A dirlo Cecile Kyenge, ministro dell’Integrazione, in un’intervista al Corriere della Sera. “Non è una questione politica né tanto meno partitica. E’ un’emergenza culturale, cui dobbiamo rispondere con l’educazione, con una campagna di informazione, con il lavoro nelle scuole”, spiega Kyenge. “L’Italia è già un Paese multietnico. Chi lo nega ha in mente l’Italia di venti o trent’anni fa e non è mai stato in una scuola elementare”. “Io paura non ne ho”, anche se “certo non sono rimasta indifferente. Quelli che mi hanno insultata credevano di offendere me; in realtà hanno offeso l’umanità intera”, afferma il ministro, secondo cui “qualunque persona che rifiuta il razzismo dovrebbe sentirsi chiamata in causa”. Balotelli, prosegue, viene fischiato “per lo per lo stesso motivo per cui insultano me: perché siamo degli apripista. Lui il primo centravanti nero della nazionale, io la prima ministra nera. Tentano di indebolirci, ma non ci riusciranno”.

 

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