E’ entrata in vigore il primo luglio 2003: sono trascorsi dunque dieci anni da quando la Patente a punti entrò in ‘servizio permanente effettivo’. E insieme alla dotazione iniziale di 20 punti, prese corpo immediatamente l’angoscia di perderli e dover rifare gli esami. Subito si studiarono i soliti sistemi per aggirare la normativa: al volante dell’auto nei pressi della discoteca di Riccione alle 4 di notte c’era il nonno, la moto giapponese da 300 km/h di velocità e 130 in prima marcia la guidava la mamma ‘over 60’, e via inventando l’impossibile.
Fino al 31 dicembre scorso – spiega un’indagine dell’Asaps, l’associazione sostenitori della Polstrada – i punti persi dai 37.634.404 patentati italiani sono stati 85.604.842, con una media di 2,275 punti sottratti per ogni patente. I giovani sotto i 20 anni sono quelli che hanno perso il maggior numero, con 6,497 punti di media (ma per loro nei primi tre anni valgono doppio), 3,390 fino a 24 anni, 2,638 nella fascia da 30 a 34 anni. Poi si va nella media nazionale per le altre fasce. Record minimo di punti pagati gli ultrasettantenni con 1,176 punti (compresi quelli di qualche nipote). Le donne sono state più brave: con il 43,67% di patenti hanno perso il 25,44% del totale dei punti, mentre gli uomini, con il 56,33% di patenti, hanno lasciato alle forze di polizia il 74,56% del tesoretto perso. Le violazioni più gettonate sono le solite: al primo posto la velocità (complici autovelox e misuratori vari), poi le cinture di sicurezza, l’attraversamento semaforico con il rosso e l’uso del cellulare alla guida.
“La patente a punti ha funzionato – sottolinea il presidente Asaps, Giordano Biserni – insieme però alle norme antialcol più severe e all’incremento dei controlli con l’etilometro”. Se nel 2002 si contavano ancora 265.402 incidenti con 6.980 morti e 378.492 feriti, nel 2011 siamo scesi al minimo storico di 205.638 incidenti (-22,5%), con 3.860 vittime (-44,7%) e 292.019 feriti (-22,8%). Il solo effetto annuncio sui giornali e tv nei primi sei mesi del 2003 produsse effetti notevoli. Oggi contiamo ancora comunque sulle strade 11 morti e 800 feriti al giorno”. L’anello mancante ora, secondo Asaps e le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, “si chiama Omicidio stradale per chi uccide da ubriaco over 1,5 g/l o drogato, insieme all’ergastolo della patente, punti o non punti”. Da domani ai più disciplinati (o fortunati che non si sono imbattuti in un autovelox ‘facile’) verranno assegnati gli ultimi due punti di omaggio biennale, raggiungendo così il tetto massimo previsto di 30 punti. “Se volete sapere il saldo dei vostri punti – ricorda Biserni – basta chiamare l’ 848 782 782 del ministero dei Trasporti”.