NAPOLI – Mentre a Roma si deciderà il destino dell’E.a.v. a Napoli i lavoratori saranno in presidio a Porta Nolana per conoscere insieme l’esito del vertice e decidere poi le azioni da porre in essere per difendere i propri diritti e il diritto alla mobilità dei cittadini campani. Nella sede del Ministero dell’Economia, sarà presentato il piano di rientro che ha preparato il commissario ad acta, Pietro Voci. Si decideràse erogare i 200 milioni di euro dei fondi Fas per l’azienda, ma questa operazione potrebbe non bastare, se questi fondi avessero un vincolo di spesa, cioè se essi dovessero essere utilizzati soltanto per pagare i debiti coi fornitori e i futuri investimenti, non avremmo fondi per la spesa cornee, cioè per gli stipendi dei dipendenti…

Ecco la nota stampa dell’Orsi:

 

“La fusione per incorporazione in E.A.V di Circumvesuviana, S.E.P.S.A e MetrocampaniaNordEst è stata presentata, in pompa magna, come la soluzione a tutte le inefficienze delle precedenti aziende, ci è stata “propinata” come un metodo di riduzione dei costi per le “economie di scala”, una svolta epocale del Trasporto Pubblico in Campania…

Invece essa si è rivelata come un abito cucito sul corpo dei dirigenti tra l’altro sopravvissuti ad una serie di “purghe interne”, così ci siamo così ritrovati addirittura con tre direttori d’esercizio dopo averne proclamato uno solo, sono state create due divisioni (Trasporto ed Infrastruttura) con due capi del personale e due dirigenti ICT; c’è il dirigente agli Investimenti e quello al Patrimonio, quello alla Tesoreria e quello alla Amministrazione (uno riceve i bonifici ed uno li fa) il dirigente del Marketing, quello del controllo di Gestione, quello della Security, e quello al misterioso servizio RSSP.

In realtà la fusione è frutto dell’arrivo del Commissario ad acta dott. Voci che l’ha imposta ed ha predisposto un piano industriale lacrime e sangue con riduzioni di costo del personale, trasferimenti forzosi ad altre mansioni, mancato pagamento di ticket, mancato pagamento di indennità di vacanza contrattuale, mancato pagamento della quattordicesima, mancata applicazione di accordi sindacali, ipotetici recuperi nella bigliettazione (come se il problema dell’evasione tariffaria non fosse sociale, ma aziendale!), contratti di solidarietà difensivi… un piano presentato alle parti sociali senza un dato certo, senza un numero, senza un documento scritto… chiacchiere insomma… Intanto però… dall’altra sponda… era già partita l’offensiva vetrelliana all’ultimo baluardo pubblico nel trasporto locale. Dopo aver fatto abilmente fallire le aziende di trasporto pubblico su gomma di Salerno, Caserta e l’EAVBus a Napoli ora si procede a imporre il fallimento di E.A.V. ferro !!

A “casa nostra” però, in un rigurgito di orgoglio ed intelligenza, il management (comunque figlio della politica) ha rifiutato di sottoscrivere un contratto di servizio sottostimato (cosa invece fatta puntualmente dai precedenti sherpa del governo bassoliniano); la risposta/ricatto del proprietario/committente è stata l’imposizione dell’esercizio per legge ad un prezzo ancora più basso!

L’assessore ha poi contestato anche l’aumento tariffario di Unico, purtroppo ormai improrogabile per i maggiori costi energetici ed inflazionistici, ed ha imposto un limite al biglietto aziendale ad un prezzo così ridicolo, che praticamente lo uccide sul nascere. L’ipotesi di uscire da Unico è, attualmente, un miraggio sempre più lontano. Sappiamo benissimo che Unico è stato il bancomat dal quale si sono prelevate le risorse per tenere in piedi un caotico e clientelare sistema di trasporto su gomma a scapito di un trasporto su ferro di maggiore rendita ed efficacia, si badi bene, non un inutile trasporto su gomma, ma un reticolo di piccole e piccolissime aziende a carattere locale, che hanno appesantito troppo la struttura creando diseconomie e sovrapposizioni di linee e servizi. Pertanto il baratro nel quale ora ci troviamo è frutto di anni di sottocosto del Contratto di Servizio, nascosto nelle pieghe dei bilanci truccati, di anni di investimenti incompleti o inutili, di anni di clientelismo e nepotismo il tutto richiesto ed avallato dalla politica, quella con p minuscola, quella che in un modo o nell’altro ancora imperversa.

Ed ora la stessa politica sta tessendo una trama ancora peggiore: il fallimento per “legge”. L’E.A.V. costa e fattura 16 milioni di euro al mese e riceve invece 11; pertanto i soldi per le manutenzioni ai treni non ci sono più, i treni disponibili diminuiscono, le corse non vengono effettuate e la Regione Campania applica le penali. Il classico cane che si morde la coda… però noi siamo il cane che costretto a mordersi la coda per mangiare…!!

La Regione non vuole neanche aumentare il Contratto di Servizio e nemmeno il costo dei biglietti, ne’ ci permette di uscire da Unico: il fallimento è d’obbligo. La bomba è stata costruita negli ultimi 11-­‐ 13 anni, ma la miccia la sta mettendo l’Assessore Vetrella, complice (o succube) la colpevole latitanza del presidente Caldoro che nulla fa per invertire questa tendenza. Sono quasi tre anni persi a parlare e discutere di niente affinché niente cambiasse.

Siamo alla resa dei conti. Tutti sappiano che le responsabilità di questa situazione sono dovute alle ingerenze politiche nell’ordinaria amministrazione di un sistema ferroviario e negli obiettivi di gettare in bocca ai propri amici tutto il sistema del Trasporto Pubblico Locale, facendolo fallire e regalandolo per pochi spiccioli.

Ma non pensi la politica che i lavoratori saranno inermi a guardare distruggere la propria azienda senza colpo ferire; ci aspettano tempi di dura battaglia, ma sapremo difendere il nostro la nostra dignità ed il nostro lavoro… a qualunque costo !

Invitiamo Martedì 2 luglio, tutti i lavoratori liberi dal servizio a venire a Napoli Porta Nolana, per prendere parte ad un presidio in attesa che dalla riunione di Roma tra Ministero, EAV e Regione, giungano le notizie che TUTTI ci attendiamo…

Inviteremo tutti i lavoratori a venire SUBITO a Napoli Porta Nolana per partecipare ad un’ASSEMBLEA PERMANENTE in cui decideremo insieme tutte le iniziative da mettere in campo per far capire ai politicanti del ministero, del governo e della regione, che non possono decidere impunemente del destino di migliaia di famiglie…”

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