MARCIANISE – “Qualche tempo fa affrontai il tema dello “Ius soli” cioè il conferimento della cittadinanza italiana ai figli degli stranieri nati e che studiano in Italia. Parlai di “diritti negati”, che coinvolgono ad oggi quasi 780mila figli di immigrati, tutti appartenenti a diverse etnie”. Lo dichiara in una nota Pasquale Gaglione del Pd di Marcianise. “Una tematica del “Ius soli”, di cui se ne parla da moltissimi anni, da quando venne approvata la legge basata sullo “Ius sanguinis”.
Eppure questi figli di immigrati per il Ministero dell’Istruzione Pubblica, quale istituzione di alta cultura, rappresentano un dato utile per la formazione delle classi nelle scuole italiane, ma non utile sul piano normativo ad attuare i valori dell’integrazione intesa, non solo come educazione interculturale, ma come crescita civile del nostro Paese. Non deve sfuggire inoltre, che la presenza degli immigrati, spesso sfruttati, non rappresenta soltanto un emergenza, ma essa in molte parti d’Italia, è anche elemento attivo della nostra economia. Molto positivamente ho accolto la proposta normativa della Ministra per l’Integrazione Kyenge relativa alla concessione della cittadinanza italiana, basata sullo “Ius soli” importante obbiettivo da raggiungere entro quest’anno, cioè chi nasce e cresce in Italia è italiano a tutti gli effetti. Non mancano in materia riferimenti normativi internazionali che hanno tracciato le tappe di un cammino progressivamente esteso ed articolato a favore dei diritti civili e politici dal 1948 al 1959 con la “Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo”, alla convenzione americana sui “Diritti dell’Uomo” del 22/11/1969 entrata in vigore internazionale il 18/07/1977. In poche parole, la proposta presentata al Parlamento, se diventasse legge, come mi auguro, con approvazione bipartisan, avremmo quasi 75mila nuovi bambini italiani all’anno. Le risse politiche su questo argomento, sono assolutamente inutili, non aiutano il dialogo, al cospetto, invece, di un pressante riconoscimento morale e civile. La nostra società, giorno per giorno, in modo inesorabile, si sta trasformando in una società multietnica, dalla quale emergono impellenti e sensibili indicazioni finalizzate a far nascere un percorso nuovo, non solo sociale ma soprattutto culturale”.