Se il 30 luglio la Cassazione dovesse condannare Berlusconi, “la parola non potrebbe che tornare al popolo sovrano”. Lo afferma Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera, intervistato dalla Stampa. Il ddl Zanda-Mucchetti sul conflitto di interessi, aggiunge, è “un paradosso che ha prodotto un duplice effetto. Da un lato, far gridare ai fondamentalisti di sinistra alla Grillo che, con questa proposta, si vuole salvare Berlusconi, tesi suggestiva ma ridicola; dall’altro, ai pasdaran di opposta fazione, che si punta a perseguitarlo.

Insomma, una proposta fuori dalla logica e dal tempo, semplicemente ridicola”. “Nel momento in cui si sta ridefinendo l’architettura costituzionale dello Stato e, quindi, l’intero assetto dei check and balance tra poteri – sottolinea Brunetta, – oltre alla riforma della legge elettorale, non sta né in cielo né in terra parlare di modifica della legge sul conflitto di interessi”. Brunetta assicura infatti che il Pdl “è prontissimo a riscrivere la legge sul conflitto di interessi”, ma “una volta approvata la riforma costituzionale e della legge elettorale”. A proposito della vicenda Shalabayeva, Brunetta invita il segretario del Pd Guglielmo Epifani a farsi spiegare cosa sia accaduto dal presidente Letta: “Nei prossimi giorni – spiega – se ne saprà di più e qualcuno sarà costretto a ricredersi e, magari, anche a vergognarsi per aver fatto l’utile idiota in una vicenda che appare più complessa di come viene descritta. Credo che i giochi vadano ben oltre l’aspetto umanitario: ci sono potenze europee interessate al gas kazako e a mettere in cattiva luce l’Italia per prenderne il posto”.

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