CASERTA – Nell XXI anniversario dell’attentato in Via D’Amelio a Palermo, il coordinamento provinciale di Caserta della Giovane Italia, ricorda con profondo dispiacere il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.
Paolo Borsellino, magistrato ucciso da Cosa Nostra con un attentato dinamitardo in Via d’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992, a 57 giorni dalla morte del suo amico e collega Giovanni Falcone a causa di un altro attentato avvenuto allo svincolo autostradale di Capaci. I due giudici siciliani sono tra i maggiori simboli delle oltre 300 vittime di mafia. Hanno dato la loro vita gettandosi a capofitto nell’istruire il primo maxi-processo contro la criminalità organizzata, seguendo piste complesse e sapendo collegare con abilità e geniale intuito le dichiarazioni dei cosiddetti “pentiti”. Le loro indagini e i risultati conseguiti stavano rendendo concreta un’antimafia fino ad allora fatta soltanto di astratte supposizioni.
Oggi, vorremmo ricordare la grande figura di questi due eroi –spiegano dalla Giovane Italia, simbolo di un Italia onesta e giusta, ai giovani va il compito di ricordare queste due grandi figure che hanno dato la loro vita per consegnare alle generazioni future, un paese migliore. Una consapevolezza sempre più forte e viva si sta facendo strada, in Sicilia come in tutta Italia, fra le menti della popolazione, grazie ai giovani che, anno dopo anno, al grido di “Giovanni è vivo e lotta insieme a noi”, portano avanti le idee di legalità e giustizia che Falcone e l’amico Borsellino sono morti per difendere. La forza e il coraggio con cui questi giovani portano avanti le idee dei due magistrati e la ferma volontà di voler estirpare il cancro della mafia fin alle sue più profonde radici che dimostrano ogni anno, è la prova migliore, la più tangibile, del fatto che Giovanni e Paolo non sono morti invano.