AVELLINO – Un mercatino di solidarietà per raccogliere i fondi necessari ad aprire un centro antiviolenza di genere. E’ questo l’obiettivo dell’iniziativa promossa da Ari (+Azioni, +Relazioni, +Iniziative) nell’ambito de “La bella estate”, manifestazione organizzata presso il Carcere Borbonico di Avellino.

 

 

L’iniziativa sarà presentata domani, 9 agosto, alle ore 18.30, presso la struttura di via Dalmazia, nel capoluogo irpino. I mercatini saranno allestiti fino al 24 agosto dalle ore 19 alle ore 24.

 

I mercatini sono stati pensati e realizzati grazie alla collaborazione di Giovanna Nicoloro. Titolare del negozio Vivere, da sempre attenta al sociale, l’imprenditrice irpina ha deciso di mettere a disposizione di la sua oggettistica permettendo così la realizzazione dei mercatini. Il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto al fondo costituito per costruire  il centro antiviolenza.

Molto importante è poi il supporto delle associazioni “La Casa sulla Roccia”, “No vuol dire No”, “VerniceFresca”, “Centro Aprea”, “Sianfemida” e del quotidiano PiuEconomia Campania.it, partner del comitato che, con il loro contributo, gli consentono di procedere verso la realizzazione dei suoi scopi.

Un particolare ringraziamento va inoltre a Mephite Edizioni e Godot Art Bistrot, organizzatori de “La Bella Estate”, che hanno riservato al comitato lo spazio necessario per l’allestimento dei mercatini.

Ari  prosegue quindi verso il suo intento: costruire un centro che accolga chi è vittima di violenza.

“Il nostro è un impegno intriso di responsabilità – dichiara la portavoce del comitato Ornella Petillo-. Abbiamo coscienza che chi subisce violenza ha bisogno di risposte serie e non di chiacchiere. Per questo è prioritario costruire una struttura dove si possa garantire non solo assistenza medica e psicologica, ma anche accoglienza alle vittime di violenza”.

Si vuole quindi dotare l’Irpinia di un ulteriore strumento di civiltà.

“Nel nostro territorio non esistono e non sono mai esistiti centri antiviolenza, eppure i dati ci dicono che non siamo immuni da questo triste fenomeno – dichiara la Petillo-. Le numerose campagne di sensibilizzazione non sono state sufficienti a tradursi in qualcosa di concreto. Desideriamo avere strumenti di civiltà e dare risposte, nel punto in cui non lo fanno le Istituzioni. Per questo non ci arrendiamo e andiamo avanti”.

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