La Giunta per le Immunità del Senato ha notificato questa mattina a Silvio Berlusconi l’arrivo della sentenza di condanna a suo carico trasmessa dalla Procura di Milano. Dal compimento di questo atto formale, e quindi da oggi, decorrono i 20 giorni che, a norma di regolamento (art.8), spettano alla difesa per presentare memorie, deduzioni o essere ascoltata. In Giunta si sottolinea con forza come ”non sia stato perso neanche un minuto di tempo” nell’avviare la procedura per la decadenza dal mandato di parlamentare del Cav e come si stia rispettando il regolamento alla lettera compatibilmente con il fatto che non esistono precedenti in materia. Berlusconi è infatti il primo parlamentare ad essere condannato con sentenza passata in giudicato dall’entrata in vigore della legge Severino sull’anticorruzione.

Per gli altri due senatori che vennero condannati nelle precedenti legislature, Totò Cuffaro e Nino Strano, i casi furono diversi: Cuffaro si dimise prima che la Giunta si pronunciasse, e per Strano, la sentenza definitiva di condanna arrivò a Palazzo Madama a fine dicembre ma le Camere si sciolsero a gennaio. E quindi non ci fu più bisogno di intervenire. La legge Severino poi venne applicata per selezionare le candidature alle ultime elezioni, ma non si era ancora presentato il caso di una decadenza dal mandato di parlamentare in seguito ad una sentenza di condanna superiore ai due anni per un reato per il quale è prevista una pena non inferiore nel massimo ai 4 anni. Esattamente il caso del Cav dopo la conferma della sentenza Mediaset. I tempi nella seduta di ieri sono stati rapidi ed è stata rispettata la tabella di marcia proposta dal presidente Dario Stefàno. Ma, fino all’ultimo, il rischio di uno slittamento è stato reale. Il relatore Andrea Augello (Pdl), si spiega negli uffici di S.Ivo alla Sapienza, aveva chiesto in un primo momento che venissero acquisiti tutti gli atti delle sentenze, a cominciare da quella di primo grado, prima di poter fare la relazione. Ma in Giunta si è riusciti a fare una vera e propria corsa contro il tempo facendo arrivare entro il pomeriggio di ieri tutti gli atti chiesti da Augello. Così il relatore, trascorsi i 20 giorni concessi alla difesa, dovrà svolgere la sua relazione, fissata per il 9 settembre, avanzando una proposta che dovrà essere accolta dagli altri commissari. In caso contrario (art.11), Augello dovrà essere sostituito. Sempre a settembre dovrà essere convocata una seduta pubblica della Giunta e si dovrà arrivare ad un voto definitivo in Camera di Consiglio che poi potrà essere accolto dall’Assemblea. Nel caso in cui almeno 20 senatori non concordino, questi potranno presentare un ordine del giorno sul quale ci si potrà pronunciare con voto segreto.

 

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