”Prima del Colosseo, ci sono state nel passato esperienze di rapporti costruttivi fra i privati e lo Stato: Ercolano, ad esempio dove si è riusciti a coniugare la valorizzazione del bene artistico con la nascita di fondazioni dove si possa fare ricerca e studio sul bene artistico. Insisteremo perché, come nel caso del Colosseo, siano rispettati modelli di regole chiare di tutela del bene artistico. Siamo invece più prudenti laddove ci sia il rischio che dietro l’intervento del privato si celi la volontà di sfruttare il bene artistico per interessi privati”.
E’ uno dei passaggi chiave dell’intervento del ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, a ‘Prima di tutto’ su Radio1. ”Nel caso della Reggia di Caserta, che io visitato anche sotto mentite spoglie e non in veste ufficiale – ha aggiunto Bray – è uno dei gioielli del nostro patrimonio, apprezzata a livello europeo, e dobbiamo lavorare perché non abbia nulla da invidiare a Versailles, che sia meta di turismo per gli stranieri ma anche per i nostri figli. In questo caso, non parlerei di sponsorizzazioni, ma di privati realmente convinti che investire nella cultura sia importante per preservare e valorizzare il nostro straordinario patrimonio artistico, per farlo godere alle future generazioni. Il nostro lavoro vedrà i suoi frutti fra poco, stimolati anche dalle critiche dell’Unesco”. Il ministro ha poi ricordato di essere stato di recente ”a Reggio Calabria, dove il museo che ospiterà fra poco i bronzi di Riace è quasi ultimato e i bronzi torneranno a essere visibili entro gennaio: sarà una grande scommessa vinta. Dobbiamo capire tutti, e in primis chi ha la responsabilità politica, che la cultura rappresenta la parte migliore di noi, la cultura è l’Italia. Senza dimenticare che la cultura può rappresentare anche un modo per uscire dalla crisi, creando posti di lavoro. La scorsa settimana ho visitato il parco archeologico di Sibari, di bellezza straordinaria e io credo che anche quello possa diventare un polo di grande attrazione, un’altra sfida da vincere”.