“Mi hanno fatto vedere i video, dall’inizio di Marechiaro, fino alla fine di Posillipo. Si vede chiaramente che siamo noi che corriamo dietro a quelli li”. E’ questo uno stralcio di una delle intercettazioni telefoniche alla compagna di Leonardo Mirti, il 30enne di Villaricca arrestato con l’accusa di omicidio preterintenzionale. La ragazza era con lui al momento della rapina, ed era preoccupata per gli interrogatori degli inquirenti. Esplicito e’ il colloquio tra la ragazza e il padre. “Quelli – i carabinieri, ndr – se si indispettiscono lo portano a Poggioreale a Leonardo e non lo fanno uscire piu’, io non lo posso tradire”.
Il padre le risponde che deve dire di “essere confusa e di non sapere qual e’ la verita’”. Ma la giovane donna ha capito che gli inquirenti si “accorgeranno della sceneggiata”. L’indagato invece, parlando con il fratello, riceve il consiglio, che poi seguira’, di “dire che si era trattato di un incidente, che se li era trovati davanti”. Cosi’ il 14 agosto si presenta da pm spontaneamente e rende un lungo interrogatorio ma anche in quel caso, secondo i magistrati, dice il falso, riferendo di “non essere sicuro se il ciclomotore era di fianco all’auto, dietro o davanti e di aver tentato di evitare l’impatto”. Le immagini sono inequivocabili. “L’auto investiva il ciclomotore, lo trascinava per metri con decisione, con la parte anteriore dell’autoveicolo senza frenare, fino a farlo scarrocchiare e successivamente proiettare contro i paletti posti in corrispondenza del civico 330 di Posillipo.
Durante le fasi dell’evento si vedeva il veicolo Smart passare sopra il corpo del passeggero del motociclo. Mirti non si fermava e proseguiva la corsa”, si legge nell’ordiannza. Il gip scrive pero’ “deve escludersi che Mirti voleva ammazzare i due ma voleva solo impartirgli una severa lezione e lo si deduce dalla sua personalita’, totalmente immune da precedenti penali tali da denotarne un indole violenta”. Gli arresti domiciliari sono necessari “per la vulnerabilita’ di una personalita’ fragile in grado di reiterare nuovamente le condotte che hanno portato alla morte dei due ragazzi”.