Terremoto al vertice della diplomazia brasiliana in seguito alla ‘fuga’ in Brasile di un oppositore boliviano. La presidente Dilma Rousseff ha preteso ed ottenuto le dimissioni del ministro Antonio Patriota dopo un colloquio durato appena 50 minuti al palazzo presidenziale di Planalto.
”La presidente Dilma Rousseff ha accettato le dimissioni del ministro Patriota, che sara’ sostituito dall’ambasciatore Luiz Alberto Figuereido, attuale rappresentante del Brasile alle Nazioni Unite”, e’ stato lo scarno comunicato della presidenza. La presidente Rousseff non aveva nascosto la propria irritazione per la gestione della fuga in Brasile di un senatore boliviano a bordo di un’auto del corpo diplomatico di Brasilia, senza che il governo di La Paz avesse concesso l’autorizzazione. Il senatore Roger Pinto Molina, di un partito di opposizione al governo del presidente Evo Morales, sostiene di essere un perseguitato politico ma e’ sotto processo per corruzione nel suo Paese. Pinto, che era rimasto rifugiato nell’ambasciata brasiliana a La Paz per 15 mesi, e’ giunto a Brasilia domenica scorsa. Il governo boliviano ha segnalato all’Interpol la rocambolesca fuga di Pinto e l’ambasciatore boliviano a Brasilia, Jerjes Justiniano Talavera, ha protestato ufficialmente chiedendo spiegazioni al ministero degli Esteri brasiliano. In seguito alla richiesta del governo di La Paz, il ministero degli Esteri aveva annunciato ieri l’apertura di una inchiesta ed aveva convocato il dipomatico Eduardo Saboia, indicato come principale responsabile della ‘fuga’ del senatore boliviano. In serata, Dilma e’ intevenuta personalmente chiedendo a Patriota, 59 anni, al governo dal gennaio 2011 ma quasi mai in sintonia con la presidente, di fare un passo indietro. Dilma ha chiamato a Itamaraty un diplomatico di lungo corso come Luiz Alberto Figueredo, 58 anni, capo delegazione al vertice Rio+20 e attuale rappresentante del Brasile alle Nazioni Unite.